Sia la fiaba nella sua forma scritta che il genere gotico hanno messo radici profonde nell’immaginario letterario occidentale, soprattutto anglosassone, fin dall’età romantica e nel mio immaginario personale fin dalla preadolescenza. Un’epoca di storie in cui la natura, pacifica o inquieta, riverberava dei sentimenti di giovani uomini e giovani donne trovava piena corrispondenza nella mia sensibilità, divisa fra infanzia e maturità, fra la ricerca di giardini segreti e la tentazione di boschi insidiosi.
Anche se il Romanticismo appartiene ai secoli passati, nell’ambito della letteratura per ragazzi continuano a germogliare libri capaci di rinnovare tale tradizione e sedurre una nuova generazione di lettori. Accomunate dalla presenza di eroine forti e anticonformiste, da una Natura matrigna che si erge come ostacolo sul loro cammino di crescita, nonché dalle lussureggianti illustrazioni di Chris Riddell, il romanzo L’albero delle bugie di Francis Hardinge e il racconto illustrato La regina nel bosco di Neil Gaiman sono due opere imperdibili per lettrici e lettori da dodici anni in su.
Una bella addormentata da salvare e una foresta di rovi, che trasporta con sé un venefico sentore mortale, nascondono pericoli ben più insidiosi di quelli affrontati dai principi tradizionali. Facile aspettarselo se a raccontarli è la penna di Neil Gaiman, avvezzo a rivisitazioni di miti e archetipi letterari e ribaltamenti di ruoli. Ne La regina nel bosco una Biancaneve appena un po’ più cresciuta si spoglia del suo vestito nuziale per indossare una lucida armatura e salvare il proprio regno dalle spire di una maledizione ingannevole.
Ingannevole è anche il frutto dell’albero delle bugie, pianta che dà il titolo al romanzo che ha rivelato ai lettori italiani il talento di Frances Hardinge. Sorbirne il succo dona una conoscenza pericolosa come quella conquistata da Eva nel giardino dell’Eden. Difficile distillare la verità dal groviglio di visioni e rivelazioni che provoca il suo assaggio – così come la scrittura voluttuosa di Hardinge. Eppure la giovane Faith, figlia di un’epoca vittoriana a cavallo fra superstizione e nuovi saperi scientifici, è costretta a coltivare in segreto l’albero prodigioso, che cresce e fruttifica nutrendosi delle menzogne che la ragazzina racconta agli adulti che la marginalizzano, per poter scoprire chi o cosa ha ucciso il suo illustre padre.
Le immagini che fioriscono e si ramificano lungo le pagine de La regina nel bosco e nell’edizione illustrata di L’albero delle bugie (l’edizione italiana purtroppo non le comprende) sono perfette per rappresentare la bellezza e le insidie della crescita. La punta della matita di Chris Riddell pare intinta nella linfa oscura di piante fertilizzate dalla dissoluzione di certezze e lieto fine.