Ho sempre amato leggere libri per ragazzi. Scrivere per essere letta da bambini e ragazzi a mia volta è la controparte di questa passione.
In questo periodo mi si è presentata la grande opportunità di mettere alla prova la suddetta passione tornando a scuola sotto la guida di capacissimi autori, allo scopo di capire come lavorano, indagarne le tecniche, scoprire i luoghi in cui la scrittura prende forma e in che modo. Anche le mie letture riflettono questa situazione, visto che non faccio che imbattermi in libri che parlano di aspiranti scrittrici – per lo più giovanissime, come anch’io sono stata – alle prese con l’entusiasmante sfida di dare forma alle proprie idee.
Che siano una ragazzina che scrive anonimamente sul web, la pronipote di un autore che le ha lasciato un’enigmatica scatola di attrezzi del mestiere, una tredicenne che prende lezioni di scrittura dalla vicina di casa, i personaggi in questione si cimentano con le insidie che si nascondono dietro intrecci e tecniche narrative, ma finiscono per mettere alla prova anche la relazione fra scrittori per ragazzi, storie e lettori.
Le vicende di queste giovani scrittrici ci restituiscono il senso di una condivisione fra chi scrive e chi legge proprio del mondo della letteratura per ragazzi. Gli autori non possono che rispecchiarsi nei propri lettori, interpretandone sogni, interessi e visioni. I secondi, destinatari delle storie, ne diventare protagonisti in modi e forme inaspettate.
Cominciamo con La scrittrice più famosa del mondo, un dittico di romanzi strettamente legati l’uno all’altro, intitolati rispettivamente Il libro di Verena e Il libro di Elide e scritti da Nicoletta Gramantieri.
Elide è la giovane protagonista di undici anni, Verena – di cognome Moomin – è il suo alter ego segreto, misteriosa autrice del fenomeno letterario del web L’ombra del canto. Iniziato come una sorta di fan fiction in chiave fantasy ispirata a persone reali (la sua amica Delia, le compagne di classe, i familiari), il romanzo di Elide diviene inaspettatamente un grande successo grazie al passaparola fra i suoi ignari compagni di classe. Da quel momento in poi la ragazzina è costretta a dividersi fra la scuola e gli allenamenti come velista di giorno e febbrili nottate di scrittura, finendo per mentire a tutti quelli che le vogliono bene pur di mantenere segreta la sua doppia identità.
Nicoletta Gramantieri è una assidua lettrice di letteratura per ragazzi, e non potrebbe essere altrimenti trattandosi della responsabile della biblioteca Sala Borsa Ragazzi di Bologna. Nei suoi due romanzi, indirizzati a lettori e lettrici preadolescenti e adolescenti, riesce a condensare anni di esperienze di lettura con garbo e ingegno letterario. Nelle vesti di autrice esordiente, si rivela una veterana che conosce perfettamente i lettori preadolescenti e le situazioni che smuovono le loro emozioni (le amicizie tradite, la necessità di emanciparsi dai genitori e tenerli all’oscuro, la voglia di cambiare pelle e identità), riuscendo a cucirle insieme in una storia delicata ed emozionante.
Da esperta, Nicoletta Gramantieri non dimentica il fatto che, all’infuori dei fenomeni di massa come Harry Potter o Twilight, è la rete ad attrarre migliaia di giovani potenziali lettori. Siti come Wattpad (o come il fittizio Webplot che compare nei suoi libri) sono colossali incubatori di storie, originali o derivate, pronte per essere lette e commentate. La forza del mezzo sta tutta nell’aver azzerato la distanza fra scrittori e lettori, facendoli divenire un’entità fluida, in cui è sempre possibile scambiarsi i ruoli. Potremmo addirittura immaginare che un lettore o una lettrice di La scrittrice più famosa del mondo decida di appropriarsi di qualche personaggio del romanzo nel romanzo, L’ombra del canto, e inizi a svilupparne la storia on-line…
Il nucleo de La scrittrice più famosa del mondo è però prima di tutto l’amore per i libri (per ragazzi e non), che pervade i personaggi e contagia anche coloro che ne leggono le vicende. È il batticuore che assale il lettore adulto quando lungo le pagine sente citare i suoi beniamini, che siano i personaggi di Tove Jansson, Bianca Pitzorno o persino di Henry James, o un indimenticabile titolo della collana Giallo junior della Mondadori. È il fremito del lettore di tutte le età, che si riconosce a tal punto in una storia da pensare che sia stata scritta apposta per lui/lei e su di lui/lei. Come capita a Elide, che si rivede nella prodigiosa Matilde di Roald Dahl. Proprio come succede a Delia, musa dell’universo letterario creato dalla sua migliore amica.
È buffo che, dopo tutti i libri che ha letto, i film che ha visto e le storie che ha ascoltato, Delia preferisca sempre le trame più semplici. A volte mi sembra che non sia passato un giorno da quando, alla materna, mi ascoltava con gli occhi spalancati.
Mi capita di desiderare di tornare a quei momenti. Se fossi il personaggio di un libro chiamerei quello “il mio periodo d’oro”. Ero molto popolare, perché non c’erano tanti bambini che a tre anni leggevano e scrivevano. Mi piaceva essere così speciale, e in realtà le cose andarono abbastanza bene fino alla fine della seconda elementare.
[…] Tutti in terza iniziarono a chiamarmi secchiona. Tutti tranne Delia, perché più di ogni altra cosa amava le storie che le raccontavo […].
Quindi ora, se lei voleva la storia di una principessa guerriera, le avrei regalato la più bella storia di una principessa guerriera che fosse mai stata scritta.
(da La scrittrice più famosa del mondo: il libro di Verena, Nicoletta Gramantieri, Mondadori, 2017)
Continuando a rivolgerci a lettori della stessa età che amano leggere, scrivere e saltare dentro e fuori dalla finzione letteraria, ecco Le 23 regole per diventare scrittori: un manuale per ragazzi da 9 anni in su, con tanto di esercizi pratici, racchiuso all’interno di una cornice narrativa di finzione. Lo firmano due scrittori in carne e ossa come Pierdomenico Baccalario e Alessandro Gatti, che per l’occasione si dotano di un alter ego per ciascuno.
Gianfederico Slaccabardi e Arturo Felini sono anch’essi due scrittori, bloccati su una piccola isola a causa di una tempesta. Ospiti di un albergo locale, fanno la conoscenza con la giovanissima Gilda, che ha ereditato una grande passione per la scrittura dal misterioso prozio Evaristo. Evaristo non ha lasciato ai posteri nessuno scritto, bensì una scatola contenente ventitre oggetti che rappresentano tutto quello che occorre per diventare scrittori. Naturalmente non si tratta di fogli di carta e penne, ma oggetti assai più enigmatici.
Al cospetto di due professionisti del mestiere, Gilda chiede consiglio per dipanare il mistero della scatola. I due uomini e la ragazzina, insieme, riescono a dare significato ai ventitre oggetti del prozio Evaristo. Uno specchio, per conoscere se stessi. Un mirino, per non perdere di vista l’obiettivo del racconto. Una mappa, per orientarsi nel proprio universo narrativo. Due fiori intrecciati, uno vero e uno di plastica, per ricordare che una storia, per essere credibile e non finta, deve condurre a delle trasformazioni. Un set di matite, penne e pennini, per scegliere il proprio stile. Un coltellino a serramanico, per tagliare le parti superflue. Una minuscola cornicetta d’oro con al centro un cuore disegnato.
«Quello dev’essere il famoso cuore della faccenda, di cui si parla sempre» scherzò Felini.
«Che sarebbe?» domandò Gilda.
«Il cuore è… un cuore!» rispose eloquentemente Slaccabardi.
[…] «A giudicare dalle dimensioni dev’essere un cuore… piccolo piccolo!» osservò.
«Direi piuttosto semplice» soggiunse Slaccabardi. «Perché è del cuore di una storia che stiamo parlando e, nella sua semplicità, deve battere fortissimo, se vuoi che sia una bella storia. Il prozio Evaristo, secondo me, ha scelto una cornice così piccola perché se una storia ha davvero un cuore importante, un’idea centrale, allora è anche facile da raccontare con poche parole.»
(da Le 23 regole per diventare scrittori, Pierdomenico Baccalario, Alessandro Gatti, Mondadori, 2016)
L’ultimo oggetto, una chiave, conduce a un manoscritto inedito. Ma la vera ricompensa della caccia al tesoro è ben altra: ritrovarsi fra le mani un manuale di scrittura… proprio quello che i lettori stanno sfogliando. Slaccabardi e Felini avranno anche preso spunto dalla scatola misteriosa del prozio Evaristo per scriverlo, ma sono Pierdomenico Baccalario e Alessandro Gatti a padroneggiare le regole del gioco, come dimostrano i numerosi successi editoriali che hanno alle spalle.
Leggere Le 23 regole per diventare scrittori è un’opportunità “cartacea” di incontro con i due autori, che mettono a frutto la propria perizia nel costruire storie per avvincere i lettori in un manuale puntuale e puntellato di suggerimenti pratici. L’invito rivolto ai ragazzi a mettere maggiore consapevolezza nelle proprie creazioni letterarie non è scontato, né banale. Certo, si dice sempre che in Italia ci sono più scrittori che lettori e rimarcare il messaggio che per scrivere bene occorre prima leggere molto dovrebbe essere il prologo di ogni discorso sulla costruzione di storie. Ma dal momento che si sono moltiplicate la palestre in cui farsi leggere da un vasto pubblico (vedi i summenzionati siti come Wattpad), prima ancora che i contesti presidiati dalle autorità (la scuola, i concorsi letterari, le case editrici), è meglio che gli aspiranti autori (giovanissimi e non) ricevano gli strumenti per affinare le proprie idee e capacità da “maestri” di cui possano mettere alla prova la tecnica e l’affidabilità.
Un altro ottimo esempio in tal senso è Come ho scritto un libro per caso, novità freschissima di stampa dell’olandese Annet Huizing, insegnante di scrittura, autrice di non-fiction e in ambito didattico.
Huizing ha trasposto con lucidità e freschezza le proprie competenze sulle tecniche narrative all’interno del suo primo, riuscitissimo, romanzo, che inizia con la richiesta di lezioni di scrittura da parte di una ragazzina alla sua vicina di casa Lidwien, autrice affermata, e termina quando la giovane realizza di avere scritto un libro “per caso”.
La narrazione in prima persona è affidata alla voce della tredicenne Katinka, orfana di madre che vive col padre single e col fratellino Kalle. La “storia” di Katinka, quella che la ragazza finirà per raccontare a se stessa e ai lettori, comincia necessariamente con un evento che provoca un mutamento nello status quo: nella vita della sua famiglia entra Dirkje, una donna attraente e affettuosa che potrebbe diventare la nuova compagna del padre.
Katinka scrive ciò che accade e consegna ogni “capitolo” a Lidwien. La particolarità, per i lettori che si trovano dall’altra parte della pagina stampata, sta nel fatto che in coda alla parte narrata ci sono le note su tecnica e stile in cui questa è stata scritta, affidate ai commenti delle due protagoniste.
La romanziera Huizing fa esattamente quello che vuole che facciano i suoi allievi: mostra, non dice. Scindendosi nei personaggi di Lidwien/l’insegnante e Katinka/l’autrice, dimostra come mettere in pratica le basilari regole della narrazione, fondendole con la storia in maniera fluida, coerente, efficacissima. Fra show don’t tell, cliffhanger, questioni di prospettiva e punti di vista, Annet Huizing regala agli amanti della scrittura un prontuario che non trascura nemmeno le cose più ovvie, ma le fa risaltare attraverso un linguaggio sintetico e brillante.
Che per ottenere la semplicità serva molto lavoro e tanta attenzione, è una lezione importantissima da conoscere sia per chi scrive che per chi legge.
Questo pezzo l’ho riscritto dodici volte.
Dodici!
Ed è una cosa normalissima, secondo Lidwien. Persino gli scrittori provetti a volte non riescono a produrre più di una frase al giorno, dice lei.
Una!
E spesso quell’unica frase finisce pure cestinata.”
(da Come ho scritto un libro per caso, Annet Huizing, La nuova frontiera junior, 2018)
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