A mille ce n'è

Alla luce delle fiabe oscure: l’importanza di essere spaventati

di Manlio Castagna

Il grande poeta Samuel Taylor Coleridge ricordava come leggesse a ripetizione la copia paterna de Le Mille e una notte con una strana miscela di oscuro terrore e intenso desiderio. Charles Dickens ammise di essere stato terrorizzato dai racconti della sua tata, eppure non li dimenticò mai tanto da alludere a loro continuamente nelle sue opere.

Gustave Doré per Coleridge, La ballata del vecchio marinaio

La paura fa bene, anche in tenera età. E intendo la sana paura letteraria, narrativa. A proposito di questo, il grande scrittore inglese G. K. Chesterton ha difeso gli elementi più spaventosi delle fiabe affermando:

“Se teniamo lontani i bambini dagli spettri e dai goblin presenti nelle storie, i bambini se li inventeranno comunque da soli.  […] Un bambino piccolo può immaginare mostri troppo grandi e oscuri per entrare in qualsiasi narrazione e dar loro nomi così bizzarri e cacofonici che non sfigurerebbero nelle grida di qualsiasi squilibrato. […] Le fiabe non trasmettono al bambino la sua prima idea del babau. Ciò che le fiabe trasmettono al bambino è la sua prima idea chiara della possibile sconfitta del babau. Il bambino ha conosciuto il drago intimamente dal primo momento in cui ebbe un’immaginazione. Ciò che la fiaba gli fornisce è un san Giorgio per sconfiggere il drago.” (da The Red Angel, in Tremendous Trifles, 1909: è il passo che poi Gaiman sintetizza ed evoca nell’epigrafe a Coraline)

Gustave Doré, Michele e il drago

Le favole antiche, classiche, tradizionali sono violente e feroci (parlo di quelle originali, non ancora ammorbidite dal retelling hollywoodiano o sanificate dall’approccio “alla Disney”) ed è indiscusso che ci aiutino a crescere. Perché?

Gustave Doré, Pollicino

Semplice: ci sbattono di fronte ciò che temiamo di più e nel momento in cui i personaggi di quelle storie riescono a superarle, si semina in noi l’idea che l’orrore è espugnabile.

Non a caso viene attribuito a quel genio assoluto di Einstein il consiglio di leggere “fiabe e ancora fiabe” ai bambini per stimolare la loro creatività.

Le fiabe offrono soluzioni sottili alle preoccupazioni emotive di un bambino. Sussurra nell’orecchio del bambino che non è il solo a vivere quelle situazioni spaventose. I timori sono universali e fanno tremare altri bambini come lui. Ma allo stesso tempo non c’è ragione perché si spaventi.

Le paure più intime di una persona possono essere esternalizzate nelle forme di una strega cattiva, un gigante distruttivo o un grosso lupo cattivo. Chi legge o ascolta una favola spaventosa è così rassicurato, perché non è di lui o di lei che stiamo parlando. Questa storia si svolge molto lontano… e molto tempo fa (“C’era una volta in un paese lontano”, appunto).

Gustave Doré, Cappuccetto rosso

La fiaba esiste in un luogo simile a un sogno, dove la realtà dolorosa può essere disattivata per un breve periodo di tempo.

Le favole e le storie classiche per ragazzi meglio riuscite riguardano le nostre paure primordiali, come l’abbandono o l’essere preda di creature selvagge. Non a caso i protagonisti tipici delle narrazioni classiche per bambini e ragazzi sono orfani (almeno da parte di madre): Hansel e Gretel, Cenerentola, Biancaneve, Bella, la Sirenetta, solo per restare in zona fiaba, e su fino ad arrivare alla Mary de Il giardino segreto, Harry Potter dell’omonima saga, i quattro fratelli Pevensie di Le cronache di Narnia e i Baudelaire di Una serie di sfortunati eventi di Lemony Snicket.

Orfani, abbandonati, soli. Eppure che avventure straordinarie vivranno, quanti “draghi” riusciranno a mettere nel sacco.

I bambini lo sanno intuitivamente, ma viene poco alla volta insegnato a dimenticare, se non addirittura a temere e cioè che lo spaventoso e lo stupendo derivano dalla stessa fonte, che ciò che conferisce alla vita la sua bellezza e la sua magia non è l’assenza di terrore e di tumulto, ma la grazia e l’eleganza con cui affrontiamo la sfida.

In poche parole: essere esposti all’orrore nelle storie crea una specie di vaccino (parola di questi tempi “paurosamente” à la page) per affrontare e combattere il terrificante nascosto nei nostri giorni. Cito ancora e stavolta tocca al mio amato Neil Gaiman che in occasione della ri-edizione di Hansel e Gretel scrive:

“Se sei protetto dalle cose oscure, allora non hai protezione, conoscenza o comprensione delle cose oscure quando si presentano nella vita reale”. (da Hansel e Gretel, Neil Gaiman, Lorenzo Mattotti, Orecchio acerbo, 2018)

Sante parole.

Gustave Doré, La bella addormentata nel bosco

E io aggiungo che i bambini (ancor più dei ragazzi) adorano essere spaventati dalle favole. Hanno un innato bisogno di provare emozioni potenti. Basti pensare alle meravigliose e amatissime storie di Hans Christian Andersen (a sua volta orfano) dove spesso s’insinua l’ombra catramosa della Morte che inghiotte nel suo buio la felicità e le vite dei personaggi, fra cui La piccola fiammiferaia e Il soldatino di stagno. E anche quando non c’è l’implacabile Nera Signora a falciare, l’elemento macabro non viene risparmiato ai bambini: come in Le scarpette rosse, in cui la protagonista si fa amputare i piedi per liberarsi delle scarpe stregate.

 

 

Gustave Doré, Dudley street, London

Andersen prendeva sul serio il bambino. Gli raccontava non solo delle gioiose avventure della vita, quanto più dei suoi mali, delle sue miserie, dei suoi fallimenti spesso immeritati. Le sue fiabe, popolate di creature fantastiche, sono più “vere” di tante tonnellate di storie per ragazzi di oggi, che si preoccupano del realismo, del sociale, dei “temi” profondi amatissimi dagli “adulti” ed evitano lo stupore, la meraviglia, il terrore come se fossero la peste (o il suo upgrade contemporaneo: il covid).

La mia speranza è leggere sempre più storie per bambini e ragazzi che ci conducano dentro foreste oscure, da dove uscire non seguendo scie di molliche di pane a buon mercato, ma tracciando una propria traiettoria o facendosi guidare dal brillio intermittente di un corteo di lucciole.

Manlio Castagna lavora da sempre nell’ambito del cinema, della comunicazione digitale e dell’organizzazione di eventi. La saga fantasy Petrademone, edita da Mondadori, ha segnato il suo fortunato esordio nella narrativa per ragazzi.

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