La Vertigine della Lista

Inventariare i Draghi… e adottarne uno

Written by Francesca Mariucci
Affresco di Tristano presso Castel Roncolo (Schloss Runkelstein), Bolzano

Affresco di Tristano presso Castel Roncolo (Schloss Runkelstein), Bolzano

Il folklore e la letteratura europei, da prima del Medioevo, sono ricchi di riferimenti a draghi sputafuoco, che custodiscono tesori e volano, dispiegando le ali come enormi coperte che ammantano il cielo.

In stemmi, arazzi, affreschi, nei castelli e nelle chiese, fino alle eroiche gesta narrate nei libri antichi, si incontrano vari tipi di draghi.

Beowulf, il leggendario re Danese, ne sconfisse uno ferocissimo, come narrato nell’omonimo poema inglese. Qualcuno forse ricorderà Fafnir, no? In Scandinavia forse lo ricordano meglio. Per esser precisi, va detto che Fafnir era un uomo che mutava in drago per proteggere il suo tesoro. Nel Galles invece è un drago rosso a compiere imprese eroiche, e sventola maestoso, ritratto nella bandiera nazionale. Magari ricorderete Tristano, che invece uccise un drago per amore di Isotta.

Esistono molte leggende, saghe e racconti che narrano di cavalieri, eroi e Santi, come San Michele o San Giorgio, che hanno avuto a che fare con titanici scontri dragheschi.

Vittore Carpaccio, San Giorgio e il drago, Venezia, Abbazia di San Giorgio Maggiore

Vittore Carpaccio, San Giorgio e il drago, Venezia, Abbazia di San Giorgio Maggiore

I draghi della tradizione orientale invece si differenziano da quelli europei. Sono antichi allo stesso modo, ma sono considerati portatori di buon auspicio. In Cina, il drago rappresenta uno dei segni zodiacali ed è raffigurato con la Perla Cosmica tra le zampe. Durante le feste per il Capodanno cinese è infatti un drago colorato a sfilare per le strade, ancora oggi, per augurare buona fortuna.

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Miti, appunto, leggende e tradizioni. Invece qui vi voglio parlare di draghi veri, reali quanto lo sono altre creature ritenute misteriose.

Chi sostiene che i draghi non esistano, dovrà ricredersi. È una particolare scienza a fornire ogni tipo di dettaglio sulla loro specie. Sono stati eseguiti studi approfonditi, si sono formati degli esperti, i quali a loro volta hanno perseguito un monitoraggio scrupoloso di queste creature rarissime. I libri dei più grandi studiosi mi serviranno quindi per introdurvi nell’affascinante mondo di questa scienza: la Dragologia.

Tutto quello che sappiamo sui draghi ha avuto costi altissimi, non solo economici. Le molteplici fatiche e gli stenti che hanno patito i dragologi, per raggiungere i loro obiettivi, sono terribili e qualcuno di loro ha sacrificando la vita stessa per la ricerca. Questi animali leggendari e rarissimi, così difficili da scovare, rappresentano la massima selvaticità e sono notoriamente ostili e diffidenti, possono essere quindi letali.

Abbandonate dunque lo scetticismo e seguitemi. Come ci ricorda il famosissimo Dottor Ernest Drake, uno dei maggiori esponenti di questa scienza, i draghi esistono davvero, e non si può far altro che accettarlo. Lo studioso ci ricorda il ridicolo errore di chi un tempo ritenne degli animali dall’aspetto particolarmente curioso, come l’okapi e l’ornitorinco, delle creature non reali ma mitologiche, fantastiche, esistenti solo nella fantasia di qualche ingenuo sognatore (per saperne di più sui bestiari reali e fantastici, leggete su queste pagine l’articolo di Barbara Ferraro).

Dragologia. Il libro completo dei draghi, Dr. Ernest Drake, a cura di Dugald A. Steer, Rizzoli

Dragologia. Il libro completo dei draghi, Dr. Ernest Drake, a cura di Dugald A. Steer, Rizzoli

Il Dottor Drake, autore dei più famosi saggi di dragologia, tutti elencati nell’appendice bibliografica, è sicuramente l’esperto che ha saputo proseguire meglio il lavoro dell’ancor più noto Maestro dragologo, il Dottor Ebenezer Crook, scomparso nel 1875.

Devo però accennare, in questa premessa introduttiva con approccio sistematico, anche gli apprendisti dragologi: Daniel e Beatrice Cook, poiché essi hanno fornito importanti indizi e hanno scritto il sostanzioso diario delle loro imprese, Il Diario dei draghi, ricco di notizie importanti per chi volesse seguire la loro esperienza sul campo, di cui consiglio la lettura.

Inoltre mi avvarrò molto dell’esperienza dello stimatissimo ricercatore e allevatore di draghi, John Topsell, che ha raccolto i suoi studi nel saggio Come allevare e accudire un Drago.

Infine è dalla biblioteca di Hogwarts che proviene il volume Gli animali fantastici: dove trovarli, scritto da Newt Scamander, il quale ci elenca varie creature magiche, tra cui compaiono anche i draghi, quindi utile a questa documentazione articolata. Adotterò i risultati di questi numerosi studi per introdurvi le famiglie di draghi conosciute fino ad oggi, consentendo a questa disciplina desueta di affascinarci.

Non indugio oltre, sfrutto dunque il tesoro racchiuso in tutti questi saggi e provo a fare una prima classificazione soddisfacente dei draghi che popolano il nostro mondo.

John Topsell, l’addestratore, spiega che i draghi appartengono alla classe Reptilia. Differiscono per dimensioni, forma, colori, poteri, abitudini e habitat, hanno sangue freddo e depongono uova, sono carnivori. Sebbene appartengano alla stessa classe dei serpenti, e proprio come loro possano vivere sia in terra e che in acqua, se ne differenziano perché alcuni draghi possono anche volare e persino sputare fuoco. Sono molto più rari quelli in grado di comunicare con l’uomo, come specifica il dragologo Drake. Quasi tutti amano accumulare tesori. In natura, per alcune specie di animali, accade normalmente, del resto tutti conoscono l’attitudine della gazza ladra.

Se nessuno li uccide (e questo è un argomento dolente, poiché sono stati braccati per secoli e rischiano l’estinzione come tanti altri esseri viventi, non ultimo il rinoceronte, il panda e troppi altri animali), i draghi possono vivere per centinaia di anni, più delle tartarughe e dei pappagalli.

La classificazione che fa il dragologo Drake è secondo l’habitat cui appartengono; ha individuato dieci specie di draghi.

Regioni ghiacciate: Drago dei ghiacci (Draco occ. Maritimus).

Montagna: Drago europeo (Draco occ. magnus), Lung asiatico (Draco orientalis), Drago tibetano (Draco montana).

Foresta: Knucker (Draco troglodytes) e Drago marsupiale (Draco marsupialis).

Giungla: Drago piumato (Draco americanus mex).

Prateria e steppa: Drago piumato (Draco americanus tex), Lindworm (Draco serpentalis).

Deserto e savana: Dragone (Draco africanus).

Il naturalista Edward Topsell, antenato di John Topsell, fu uno dei primi allevatori di draghi. Nel suo La historia dei serpenti (1608) li classifica, invece, in quattro famiglie principali a seconda delle caratteristiche morfologiche. Esistono draghi che hanno ali ma non le zampe, altri che hanno entrambe e altri nessuna di queste. Negli appunti che ho raccolto, ho notato però delle discrepanze: per esempio qui si accerta che i Lindworm non abbiano le zampe mentre, secondo gli studi di Drake successivi (1904), si annoverano Lindworm senza ali ma con due zampe. Avanzerei l’ipotesi di una mutazione, ma non sono in grado di provarlo…

Le principali famiglie di draghi secondo l’allevatore John Topsell, che rimaneggia gli studi dell’antenato Edward, sono quasi tutte presenti negli stemmi araldici (questo a mio parere spiega l’equivoco odierno, ovvero di considerarli solo miti e non esseri reali) e sono le seguenti:

Anfitteri: con grandi ali e senza zampe e qui pone anche i Lindworm, sebbene specifichi le sue piccole ali.

Viverne: con ali e due zampe.

Draghi con cresta e barba: senza ali o zampe e a volte con una piccola criniera, come il Basilisco, evolutosi nella Coccatrice.

Draghi con più teste: come l’Idra di Lerna o l’Anfisberna.

A questi si aggiungono il Tiamat e il Dragone. Questi draghi però si discostano perché non trattati dagli allevatori. Uno infatti è mitologico e l’altro astrologico.

Complessivamente John Topsell annovera quattordici specie di draghi: Drago asiatico, Coccatrice, Drago d’India, Dragone, Drago di Giaffa, Drago Multiteste, Mushussu, Piasa, Serpente arcobaleno, Salamandra, Drago Marino, Drago Occidentale standard, Tarasco, Verme.

Nel Manuale tecnico Ernest Drake aggiunge altre specie di draghi, scoperte durante i suoi studi successivi sull’evoluzione.

Dragologia. Manuale tecnico per Dragologi, Dr. Ernest Drake, a cura di Dugald A. Steer, illustrazioni Dauglas Carrel, Rizzoli

Dragologia. Manuale tecnico per Dragologi, Dr. Ernest Drake, a cura di Dugald A. Steer, illustrazioni Dauglas Carrel, Rizzoli

Infatti il Draco occidentalis si distingue in due sottospecie: il Magnus e il Minimus, come il Gargouille, drago abilissimo a mimetizzarsi tra gli edifici di pietra grigia, come le cattedrali ad esempio. Notre Dame di Parigi ne ospita una colonia, ma non è un caso isolato. Osservando bene li si possono scorgere in moltissime altre città europee e pure oltreoceano, qualche esemplare deve essere migrato perché ricordo vagamente il clamore di un avvistamento a New York da parte di un ghosbusters, nei primi anni ’80.

Ad Hogwarts, come è noto a molti di voi, soprattutto agli amanti di animali bizzarri e ambienti magici, si studiano tutte le creature, soprattutto quelle considerate “strane”. Nel saggio Gli animali fantastici: dove trovarli, di Newt Scamander, il drago viene definito come “la più celebre delle bestie magiche”. Qui non sono i dragologi a interessarsi ai draghi, ma i maghi che, comunque, allo stesso modo, devono essere addestrati appositamente prima di poterli avvicinare. Chi ha seguito le vicissitudini di Harry Potter ricorderà il pericolosissimo Torneo Tre Maghi, una competizione con origini molto antiche, in cui i migliori maghi di diversi paesi si sfidano con prove rischiose e, anche per questo motivo, spettacolari. A Harry Potter toccò di scontrarsi con lo Spinato, che, secondo i maghi di tutto il mondo, è la razza di draghi più pericolosi (vi rinvio al capitolo venti di Harry Potter e il calice di fuoco per rivivere quell’emozionante sfida).

Anche Newet Scamander cataloga dieci razze di draghi ma ritiene che siano avvenuti anche incroci e quindi potrebbero esistere degli ibridi. Di seguito sono stati considerati solo i draghi di razza pura:

Dorsorugoso di Norvegia (Norvegian Ridgeback)

Grugnocorto Svedese (Swedish Short-Snout)

Forteventre Ucraino (Ukrainian Ironbelly)

Cornolungo Romeno (Romanian Longhorn)

Nero delle Ebridi (Hebridean Black)

Opaleye degli Antipodi (Antipodean Opaleye)

Petardo Cinese (Chinese Fireball, noto talvolta come Leodrago)

Ungaro Spinato (Hungarian Horntail)

Gallese Comune Verde (Common Welsh Green)

Vipero Peruviano (Peruvian Vipertooth)

Se provassimo a confrontare le descrizioni di tutti i draghi elencati fino ad ora, tenendo conto degli studi citati, noteremmo varie affinità ma anche molte differenze, e non solo nel metodo di catalogazione (morfologico o secondo la provenienza e l’habitat cui appartengono questi animali). Sembrerebbe che le specie di draghi si moltiplichino sotto i nostri occhi. È molto probabile che la teoria degli ibridi possa spiegare in parte questa problematica ma anche l’evoluzione della specie avrà apportato delle modifiche. Non sta a me affermarlo, non avendo una qualifica adeguata. Posso però confermare che, nei tanti libri che mi è capitato di sfogliare, ne compaiano degli altri ancora. In quale famiglia potremmo catalogare Fùcur, il drago della fortuna che aiuta Atreiu a salvare Fantàsia in La storia infinita? Oppure dove collocare Smaug, il drago che compare nel libro di Tolkien, Lo Hobbit?

Questa perplessità deve quindi farci riflettere sulla vastità della diffusione dei draghi nel mondo. Vi rimando direttamente ai saggi citati nella bibliografia per non svilire il grande studio che si cela dietro questa classificazione, certa che le innumerevoli copertine dei libri fantasy rischino solo di far straripare l’immaginario della popolazione dei draghi. Per questo motivo ritengo sia più saggio attenerci agli studi più rigorosi.

A questo punto credo di avervi convinto che l’avvistamento di un drago non sia più una follia. Per chi, quindi, volesse tentare di vederne uno, il drago più segnalato è senza dubbio quello che vive presso il lago Lochness, nelle Highlands scozzesi. Chi non ne ha mai sentito parlare? A livello di fattibilità, questa esperienza, è senza dubbio la più facile da realizzare. Potrebbe rivelarsi anche un soggiorno molto piacevole: i luoghi sono affascinanti e gli abitanti molto cordiali. Il “mostro”, come viene impropriamente e anche ingiustamente chiamato, o Nessie per i simpatizzanti, ogni tanto si lascia intravedere, regalando forti emozioni ai pochi fortunati, dragologi o appassionati, che hanno la costanza di osservare e perlustrare il lago. Mi sono recata due volte in quel luogo, una di queste mi avventurai anche in barca, le acque erano davvero scure poiché si tratta di un profondissimo fiordo, ma non ho avuto fortuna. Sarei stata orgogliosa di potervi mostrare una sua foto. Io andai a visitare il piccolo museo dedicato a Nessie, per poterne ammirare alcune.

Perché, ammettiamolo, non sono poche le persone che desidererebbero vedere un drago dal vivo e alcune bramerebbero addirittura allevarlo! Del resto sono creature affascinanti, antiche e pregne di mistero. Sono molti i fan di queste creature. Di romanzi popolati da draghi, infatti, ne esistono moltissimi, saghe intere. Allevarli però sembrerebbe assurdo. Eppure esistono testimonianze che affermano il contrario, un esempio è Come addestrare un drago. Le eroiche disavventure di Topicco Terribilis Totanus III di Cressida Cowell e ancora di più il successo mondiale del film di animazione tratto dal libro, Dragon Trainer, e questo dato dimostra come sia azzeccato trattare l’argomento: allevare e accudire un drago, si può.

Arrivati a questo punto, nessuno si chiede più se esistano o meno i draghi, le domande sono naturalmente scivolate in “quanti ne ce ne saranno al mondo?”, “Riuscirò mai ad avvistarli”, “Potrò averne uno?”. Prima di congedarci voglio quindi regalarvi alcune informazioni, certa di aver mosso in alcuni di voi un nuovo stimolo e magari di aver acceso la fiamma che anima gli appassionati dragologi.

Passiamo all’atto pratico. Il primo passo è trovarne uno e, seguendo i manuali e i diari che vi ho fornito in bibliografia, qualche idea sui luoghi in cui avventurarvi ve la siete fatta. John Topsell ricorda come sia importante aver appreso le caratteristiche della razza e la valutazione della dimensione del drago. Solo a questo punto si potrà procedere con la selezione di: attrezzatura, tecniche e tempistiche per l’avvicinamento e addirittura l’allevamento. Non crediate che avvicinare un drago sia ora più semplice, o meno rischioso, solo perché vi siete fatti una cultura sulle abitudini di venti tipi di draghi. Immaginatevi di stare di fronte a un drago, proprio in questo momento, che vi alita abbastanza vicino al viso, pensate che sia semplice infilargli un collare o montargli una sella? Basterebbe un suo alito indispettito e non ci sareste più.

La conquista di un avvicinamento così eccezionale potrebbe alimentare il sogno dell’allevatore di draghi. Anche nella migliore delle ipotesi va rammentato che con questi animali fieri e leggendari non si dovrà mai pensare a un addestramento all’obbedienza. Solo con un rapporto di fiducia reciproca si potrà interagire e giungere addirittura all’ebbrezza di solcare il cielo in groppa al drago. Dicono sia una delle esperienze più belle al mondo. Non fatico a crederlo.

Se mai trovaste un drago nelle vostre ricerche, e solo dopo aver bene studiato le raccomandazioni e la metodologia, ecco una sintesi su come addomesticarlo secondo Ernest Drake (sebbene vi consigli caldamente anche l’intero manuale specifico di Edward Topsell).

Dragologia. Il libro completo dei draghi, Dr. Ernest Drake, a cura di Dugald A. Steer, Rizzoli 2015

Dragologia. Il libro completo dei draghi, Dr. Ernest Drake, a cura di Dugald A. Steer, Rizzoli 2015

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L’ideale sarebbe di recuperare un uovo. Rubeus Hagrid, l’amico di Harry Potter, e insegnante di Cura delle Creature Magiche di Hogwarts, si era addirittura messo nei guai per ottenerne uno. Le uova di drago sono catalogate come “Beni Non Commerciabili di Classe A”, lo ricorda nel suo libro anche Newt Scamander, sotto la voce Draghi. Gli studiosi citati non parlano di un commercio illecito di uova di drago. È abbastanza naturale che sia preferibile partire dall’uovo per instaurare fin dalla schiusa un legame forte con il nostro amico, inoltre sarebbe un cucciolo, quindi meno pericoloso dell’esemplare adulto. Quindi, vi auguro di imbattervi in un uovo, come accadde a Eragon, Cavaliere dei Draghi, che trovò quello da cui nacque Saphira, e il loro legame fu così stretto che iniziarono da subito a comunicare telepaticamente.

Per concludere, mi pare appropriato citare una bella frase scritta proprio da Eragon in un manuale sulla cavalleria, ma nello specifico, per cavalieri dei draghi:

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Una volta un saggio mi ha detto che leggere i resoconti del passato ci dà il coraggio e l’acume necessari a scegliere la giusta via. Questo consiglio mi è stato di grande aiuto. Possa esserlo anche per te, giovane cavaliere.

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È un consiglio rivolto ai futuri cavalieri dei draghi, ma lo ritengo calzante anche per dragologi e valido per tutti.

Infine mi associo al comiato di Ernest Drake.

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Il mio saluto è coloratissimo, come il mondo dei draghi, grazie all’illustrazione di Philippe-Henri Turin, dal libro di Alex Cousseau, Carlo alla scuola per draghi.

Carlo alla scuola per draghi, Alex Cousseau, illustrazioni di Philippe-Henri Turin, Motta Junior

Carlo alla scuola per draghi, Alex Cousseau, illustrazioni di Philippe-Henri Turin, Motta Junior

Bibliografia:
Dragologia. Il libro completo dei draghi, Dr. Ernest Drake, a cura di Dugald A. Steer, Rizzoli, Edizione Anniversario, 2015
Dragologia. Manuale tecnico per Dragologi, Dr. Ernest Drake, a cura di Dugald A. Steer, Illustrazioni Dauglas Carrel, Rizzoli, 2008. All’interno ci sono 12 modellini di drago
Dragologia. Guida ufficiale al mondo dei draghi, Dr. Ernest Drake, a cura di Dugald A. Steer, Fabbri Editori, 2007
Come allevare e accudire un Drago, John Topsell, a cura di Joseph Nigg, illustrazioni di Dan Malone, Il Castello, 2007
Gli animali fantastici: dove trovarli, Newt Scamander, di J.K. Rowling, Salani Editore, 2015
Harry Potter e il calice di fuoco, J.K. Rowling, Salani Editore, 2001
Guida di Eragon ad Alagaësia, Cristopher Paolini, illustrazioni di: Fred Gambino, Larry Mc Dougal, Ian Miller, David Wyatt e cameo di John Jude Palencar, Rizzoli, 2010
Il diario dei draghi, Dugald A. Steer, illustrazioni Douglas Carrel, Rizzoli, 2009
La storia Infinita, Michael Ende, Corbaccio, Collana Scrittori di tutto il mondo, 2011
Lo Hobbit, John R.R.Tolkien, illustrazioni di Alan Lee, Bompiani, 2012
Come addestrare un drago. Le eroiche disavventure di Topicco Terribilis Totanus III, Cressida Cowell, Mondadori, 2009
Carlo alla scuola per draghi, Alex Cousseau, illustrazioni di Philippe-Henri Turin, Motta Junior, Collana Gli aquiloni, 2011
Film di animazione Dragon Trainer, diretto da Chris Sanders e Dean DeBlois, Dreamworks, 2010

sull'autore

Francesca Mariucci

Collabora con il blog specializzato Piccoli Lettori Crescono, del network Book Avenue, in qualità di redattrice, occupandosi di recensioni di libri per bambini e ragazzi. Scrive storie rivolte ai ragazzi e promuove laboratori e approfondimenti di lettura. Nel 2016 ha pubblicato il suo primo romanzo per ragazzi, La vacanza spettrale ed è autrice della serie audio Cucù&Company su Radio Magica.