Sentieri Naturali

Nuvole. Teatro del cielo

Written by Marina Petruzio

Lavoro alle nuvole…
(cit. da Gilles Clément, Nuvole – DeriveApprodi, Roma, 2011)

Attacchino, testi di Bruno Tognolini, Illustrazione Gianni De Conno, Gallucci 2013

Attacchino, testi di Bruno Tognolini, Illustrazione Gianni De Conno, Gallucci 2013

Si ripresentò così, nell’agosto di un paio d’anni fa. Si ripresentò perché non cominciò lì… no. Vedere cose nelle nuvole era un gioco che tornava da lontano. Quel giorno la terra vibrava al sole, refoli d’aria correvano tra il fieno ancora fiorito. C’era movimento, passaggi inaspettati. Conigli giganti si spostavano verso nord. Forse una nuova Assemblea degli animali sul monte Kuala con la grande danza delle Gru in apertura? Ci fu anche chi ci vide draghi. Ma erano conigli, tutto attorno era calmo, nulla poteva far pensare ai draghi.
Sono reali sentieri, sentieri naturali, quelli che ripercorri giocando, ti riconducono là, laddove è bello tornare.

Nuvole. Teatro del cielo.

Nuvole. Teatro del cielo.

Si dice che i bambini godano di un rapporto particolare con il cielo… e con le nuvole.
Forse perché coricati, su un giaciglio di paglia o su un curato cuscino, è una porzione di cielo quella che vedono affacciandosi alla vita e nella quale fa capolino, di tanto in tanto, un viso noto e gradito. Nera la notte, lavagna sulla quale appaiono porzioni di stelle, di luna, come inserti geometrici luminosi in un gioco di forme. Azzurro il giorno, lavagna luminosa sulla quale qualcuno disegna in bianco, in forma di morbidi batuffoli, cimette di cavolfiore montate a neve, figure conosciute, animali noti, velli spumosi delicati come zucchero filato. In costante movimento che prenderli non si può, ma salutarli con mani, braccia protese e gambe scalcianti di gioia, sì! Ecco perché a volte li vedi agitarsi felici, sorridere al nulla, si dice agli angeli… ma anche alle nuvole.
Sono i cumuli le nuvole preferite dai bambini. I bianchi elefanti alati, pachidermi primordiali, i Megha della tradizione sanscrita, dalle forme mutevoli e magiche perché capaci di portare la pioggia.

Sole luna stella, testo di K. Vonnegut, illustrazioni I. Chermayeff, , Topipittori, Milano 2016

Sole luna stella, testo di K. Vonnegut, illustrazioni I. Chermayeff, , Topipittori, Milano 2016

Restano loro, i bambini, i più grandi contemplatori del cielo… e delle nuvole.
Seduti su un muretto, ché per contemplarle un punto sopraelevato non guasta mai, naso all’insù, sguardo e tutto il sé proteso verso il cielo, attendono le nuvole e quel passare in soave, magmatico quanto magnetico, lento – almeno così appare a noi – costante mutamento. Con la testa tra le nuvole: è qui che si possono vedere pesci volare. O l’agitarsi di proboscidi.

Luna e la camera blu, testo di M. Guirao Jullien, illustrazioni C. Davenier, Babalibri Milano 2014

Luna e la camera blu, testo di M. Guirao Jullien, illustrazioni C. Davenier, Babalibri Milano 2014

Sdraiati su un prato in cerca di riposo dopo una lunga corsa che si interrompe e riprende a perdifiato. Il ritmo reso irregolare dalla fascinazione del momento – il carretto del gelato, l’anziano vicino di casa da aiutare a imbucare una lettera, l’arimo: una panchina. E Allen, il più piccolo, ultimo di quattro fratelli, che si impegnano eccome per lasciarlo sempre indietro! Agili che sembra proprio attendano la fine della sua scalata a quell’arimo per ripartire ancora più veloci.
Una bella giornata di primavera. A pancia in sotto, Allen lentamente si gira, una pausa su un fianco. Appoggiato al braccio il mondo sembra seguirlo, ruotare con lui. È così che fa capolino il teatro del cielo: naso all’insù è qui che si possono vedere vaporose, immense tartarughe.

Keep running, Allen!, testo C.R. Bulla, illustrazioni S. Ichikawa, Thomas Y. Crowell, New York 1978

Keep running, Allen!, testo C.R. Bulla, illustrazioni S. Ichikawa, Thomas Y. Crowell, New York 1978

Sono le nuvole l’acqua del cielo, la cura dei giardini.
È l’acqua, miriadi e miriadi di micro goccioline in formazione, che le disegna. Sottile e impalpabile tessitura del cielo, il frullino che le monta, il pettine che le tira, l’ago che le carda, l’allegria che le fa fiorire, alberi del vento, sino a dar loro quella meravigliosa forma, sembianza nota. Sono le nuvole l’arredo del cielo, in sé luogo altro. È un lungo sentiero naturale quello che porta al cielo, una scia d’aereo composta da piccoli cumuli tondiformi, una scaletta di nuvole, percorrerlo significa aver lasciato il terreno, esser diventato qualcosa d’altro, sebbene ancora capace di seguire chi ha bisogno, laggiù, di saperti comunque in una casa, in un luogo anche se altro. Poter immaginare che esista una nuvola che per sembianza paia un po’ la poltrona dove ti si trovava sempre, quella con la tua forma disegnata dentro. Che possa esserci una nuvola, abbastanza ampia e sicura da ospitare il pianoforte, il tuo, a coda, sul quale strimpellavi la canzone preferita, quella amata, piccolo rito di giornate speciali. Nella vecchia fattoria, ia, ai, oh… Immaginare, con rinnovata cura, una nuvola sulla quale tu possa preparare ancora un caffelatte fumante, sbuffante piccoli fumetti proprio come nuvole e sentirne nuovamente il sottile profumo. Scherzi della memoria.
Il luogo altro dove saperti seduta come su un muretto dopo una passeggiata in bicicletta, preceduta dal caro vecchio Dog, sparito anche lui un giorno per chissà che e per chissà dove e chissà come ritrovato ora, proprio da te che ne eri l’umana inseparabile compagna. Ora che guardi da lassù, ché un luogo sopraelevato non guasta mai, naso all’ingiù, sguardo e tutto il sé proteso verso il basso per non perdere mai di vista chi da laggiù, in un punto sopraelevato, guarda in sù cercando quella nuvola, nuova casa, cercando te, La nonna in cielo, sicura che quello sguardo non perderà mai che la seguirà e proteggerà per sempre.

La nonna in cielo, testo Anna Lavatelli, illustrazioni David Pintor, Edizioni Lapis, Roma 2008

La nonna in cielo, testo Anna Lavatelli, illustrazioni David Pintor, Edizioni Lapis, Roma 2008

Le nuvole sono case perfette, luogo altro in un paese incerto.
Quell’incerto che in talune giornate si spande, silenzioso, come di feltro. Sono nuvole piatte, grigie, indistinte. Sono coltri gli strati.
Arrivano senza fretta e spesso si trattengono a lungo. Opachi si abbassano sulla città.
Si dice che le nuvole, stanche di stare appese lassù, usino adagiarsi sulla terra e qui riposino avvolgendo tutto, ovattando strade, palazzi, luce, il sole e con lui l’umore allegro. Tutto appare come un lento trascinarsi infreddolito e annoiato. Di umore triste e grigio, come sottovuoto. Personaggi lenti e noiosi da pioggerellina sottile o incipriata di neve. Sono nuvole gli strati, nuvole nella testa.

Nuvola, testi A. Brière-Haquet, illustrazioni M. Barengo, Kite edizioni, Padova 2016

Nuvola, testi A. Brière-Haquet, illustrazioni M. Barengo, Kite edizioni, Padova 2016

Sono giorni un po’ strani, le cose non vanno e non si sa perché… Bisognerebbe far finta di niente, semplicemente passare oltre…E se scende più giù, cammini nella nebbia. Rischi di cadere. È meglio fermarsi e aspettare…
(Nuvola, testi A. Brière-Haquet, illustrazioni M. Barengo, Kite edizioni, Padova 2016)

Si potessero, in quei giorni, inventare nuvole dalle bizzarre forme come disegni fatti a dito sulla condensa del vetro del finestrino durante una gita scolastica. Giochi dall’infanzia. Immensi pesci in altre acque per mettere in cielo uno spettacolo incredibile! E spazzar via quella bruma spettrale, claustrofobica.
Come se lassù, al Cloud dispatch center, al Sector 7, stazione flottante di memoria steampunk, macchina a vapore dai cui alti bocchettoni partono e arrivano nuvole multiformi modellate sulla base di progetti studiati nei minimi particolari con ampiezze e profondità, gradi di arco che delineano volumi e rotondità perfette, firmati da progettisti nuvolari con tanto di numero di serie, model #36582043, orario di partenza e di arrivo, tipo. Cirrostratus, Altocumulus, Cirrus, Cumulonimbus.
Come se lassù le nubi in rivolta, affaticate da quell’espandersi perfetto, maniacale, da quell’andare e venire, destinate in ogni città, paese, latitudine del mondo si ammutinassero infelici di quello strato e scegliessero proprio un contemplatore di cieli, un bambino, raffinato artista del finestrino dell’autobus per disegnarle in forme differenti. Come di giganteschi bianchi spumosi pesci flottanti.
Il cielo come l’oceano in un bizzarro ciclo dell’acqua tra sogno e realtà.

Sector 7, testo e illustrazioni David Wiesner, Clarion Book, New York 1999

Sector 7, testo e illustrazioni David Wiesner, Clarion Book, New York 1999

Esistono luoghi poi in cui le nuvole, acqua al punto di rugiada visibile a occhio nudo, si offrono in modo più spettacolare che altrove lasciandoci esterrefatti. Succede quando il Cloud dispatch center, il Sector 7, la macchina del fumo ha un capitano d’eccezione, Berndnaut Smildeasper, artista contemporaneo, poeta dei quotidiani cieli dei Paesi Bassi – il bambino dai pesci disegnati a dito?-. Condotto nei pressi un’antica cattedrale colorata dalla luce delle narrazioni cloisonnè, in un luogo abbandonato di ferro e cemento dove la natura entra lenta riappropriandosi di spazi e ridando colore a poco a poco, così come in una galleria d’arte del centro o in un teatro rosso di velluto e oro di legni ricoperti. E qui, associare un preciso tasso di umidità, centinaia di milioni di micro goccioline di rugiada, a una temperatura studiata e poi soffiare dagli alti tubi dentro una stanza, teatro, fabbrica, galleria. E aspettare. L’arrivo di un velo tenue, prima trasparente, poi denso e sempre più consistente. Una nuvola compatta e bianca in una stanza tra sogno e realtà. E poi una luce soffusa con un raggio di sole a colorarla:

Grigio. Una vivace tonalità grigia. L’impressione di un caldo fragrante grigio. (cit. Gerard Bilders) effetti come di cattivo tempo e poi, poco più tardi, le più belle tinte come il rosa tenero, il rosso fuoco, il porpora più acceso infine il bel violetto… (cit. Jean-Baptiste Lamarck)

Il tramonto, l’aurora e il preludio di un minaccioso temporale in un interno.

Berndnaut Smildeasper, Nimbus

Berndnaut Smildeasper, Nimbus

Come un pittore paesaggista di cieli mutevoli della scuola dell’Aya, Smildeasper dipinge le sue nuvole col vapore in dissolvenza veloce e proprio come la pittura olandese della seconda metà dell’Ottocento, crea un’atmosfera unica concentrata sull’impressione del momento. Fissando l’istante dello stupore in una nuvola.

Pantone Vivid Blue

Pantone Vivid Blue

Cosa sarebbe il cielo senza nuvole se non una monotona distesa azzurra, invariabile, perenne? Quante domande morirebbero sulle labbra, quante storie non potrebbero essere raccontate. Ci sarebbero meno pecore, non esisterebbero gli elefanti bianchi alati e forse neppure i giardini. Rimarrebbero solo i quadri nei musei e un sempre invariabile infinito mono tono.

Non ci sarebbe mai più Una splendida giornata in cui danzare, ondeggiare, girare, fremere, saltare nelle pozzanghere e strillare o fischiettare comunque gridare festanti. E poi fare le capriole e nascondersi tra le nuvole e… scoppiare di vita.

Sono le nuvole lo spettacolo del cielo, espressione di vita, forse persino di ogni vita.

 

 

Richard Jackson, Suzy Lee, Una splendida giornata, Terre di mezzo, Milano 2017

Richard Jackson, Suzy Lee, Una splendida giornata, Terre di Mezzo, Milano 2017

Bibliografia
Cloudspotting. Una guida per contemplatori di nuvole, Gavin Pretor-Pinney, Guanda editore, Parma 2006
Nuvole, Gilles Clément, edizioni DeriveApprodi, Roma 2011
Attacchino, Bruno Tognolini, disegni di Gianni De Conno, Gallucci editore, Roma 2013
Sole luna stella, Kurt Vonnegut, Ivan Chermayeff, Topipittori, Milano 2016
Luna e la camera blu, Magdalena Guirao Jullien, Christine Davenier, Babalibri, Milano 2014
Keep Running, Allen, Clyde Robert Bulla, Satomi Ichikawa, Thomas Y. Crowell, New York 1978
La nonna in cielo, Anna Lavatelli, David Pintor, Lapis edizioni, Roma 2008
Nuvola, Alice Brière-Haquet, Monica Barengo, Kite Edizioni, Padova 2016
Sector 7, David Wiesner, Clarion Books, New York 1999
Una splendida giornata, Richard Jackson, Suzy Lee, Milano 2017

sull'autore

Marina Petruzio

Studiosa di letteratura per l’infanzia e vestiti carini, scrive di "Moda, tutta un’altra storia", "Arte & Infanzia" e "Letteratura & illustrazione" sul sito marinapetruzio.it. Co fondatrice di Effimere: atelier in movimento che promuove l’illustrazione e la sua messa in mostra in luoghi desueti della città.