“La più antica e potente emozione umana è la paura.” H. P. Lovecraft
La paura è semplice: la si riconosce subito, senza bisogno di spiegazioni. È primordiale e agisce in profondità.
La paura è ingarbugliata: intreccia e lega aspetti diversi come il buio, la solitudine, le preoccupazioni, le ansie, le attese e i distacchi, i cambiamenti, l’immaginazione, i rumori strani, lo spaesamento.
La paura riguarda l’ignoto.
La paura è ben presente nell’infanzia e nei libri per l’infanzia. Riguarda tutti: cambia aspetto, muta nel tempo, sparisce ma può ricomparire in altra forma. Le storie e i libri aiutano a toccare un punto importante… la paura non si può sopprimere, la paura non passa: al più, si impara a conviverci.
Ecco #convivereconlapaura, il tema di questo numero. Parleremo di paura non come “genere” (horror, o thriller, o altro), ma come emozione, come sentimento. Come fatto che capita mentre leggiamo e che ci spinge a portare avanti la lettura.
La paura attrae e repelle, la paura è fatta di pericoli reali o di incubi, a volte è accompagnata da sentimenti “imbriglianti”, come il senso di colpa. La paura non si acchiappa, assomiglia proprio a un fantasma, si immagina. Le illustrazioni dedicate alla paura nei libri dell’infanzia possono raggiungere emozioni potenti. Magari non scacciano la paura, ma ci aiutano a capirla.
Un po’ di nero, come un ingrediente amaro, condisce la vita stessa, dal principio della nostra esistenza sulla terra, e a volte serve, per difendersi dai pericoli, per restare in guardia. Fin dai tempi dei nostri antenati che, imparando a discernere il piacere dal dolore, iniziarono a temere il secondo. La paura è una tensione, un elastico che ci fa drizzare, guardinghi.
Ci sono libri delicati e forti insieme, come quelli che trattano il tema della morte, della violenza, della malattia, veri tabù, paure che si maneggiano con difficoltà. E ovviamente ci sono libri di mostri e di fantasmi. E qualche brivido.