
Marcel Duchamp secondo Fausto Gilberti (prossimamente in libreria)
Fausto Gilberti è il nostro secondo interlocutore sul tema del bianco e nero (cliccate qui per leggere la prima intervista). I suoi libri, di cui è anche autore, parlano con pochi tratti – e il suo segno è una traccia, un filo (come quello del nostro sito, che cerca fili e segni). Tra questi pochi tratti, spicca la leggerezza e l’umorismo, che scavano dentro, e in profondità.
A bruciapelo: il bianco e nero è un sempreverde?
Si, il bianco e nero è assolutamente un sempreverde. Ed è anche sempre di moda, sempre attuale, sempre in forma, sempre a tempo. Sempre adatto a raccontare per immagini storie di ogni tipo: storie misteriose, storie di paura, storie divertenti, storie serie e storie matte.
Per te è un mezzo di espressione naturale o una scoperta?
Era il 1988 quando disegnai in bianco e nero, con il rapido Rotring, su un foglio di venti centimetri per quaranta, cinquecentosessantadue omini (tutti diversi) alti due centimetri e mezzo ordinati su dieci file. E siccome tra tutti spiccava una suora vestita tutta di nero, intitolai quel disegno… La suora.
In Bianca giochi con i contrasti: “Il bianco è un colore che contiene tutti i colori”. È per questo che non ti sbilanci con altre sfumature?
Gli eschimesi hanno tantissimi modi per chiamare il bianco che vedono nella loro terra. Forse, non serve davvero altro per dare forma alle cose, se non il contrasto con il suo opposto, il nero.

Fausto Gilberti, Bianca, Corraini edizioni 2013

Fausto Gilberti, Bianca, Corraini edizioni 2013
Il nero (e il bianco) hanno una forza espressiva particolare?
Il nero è forte e deciso. Non ammette ripensamenti, devi avere le idee chiare prima di buttar giù un segno su una superficie bianca.
C’è qualcosa che non riusciresti a comunicare solo col nero e col bianco?
Per ora ho disegnato quasi tutto con il solo nero.
Recentemente ho iniziato a lavorare su un libro che racconta la storia di un circo particolare. Ho fatto una decina di disegni a colori, ma poi, guardandoli, ho capito una cosa: che il mio circo sarà in bianco e nero.
Una parte del tuo lavoro creativo racconta l’arte contemporanea usando uno stile minimalista e sintetico, ma decisamente ironico. In che modo l’illustrazione può raccontare mondi complessi?
Ho voluto raccontare artisti che furono rivoluzionari e nello stesso tempo bizzarri. Artisti che hanno realizzato opere strane e particolari. Opere che possono divertire i piccoli e incuriosire i grandi. A patto di guardarle senza pregiudizi.

Fausto Gilberti, Jackson Pollock, Corraini edizioni 2015

Fausto Gilberti, Yves Klein, Corraini edizioni 2015
Cosa semini dentro le tue illustrazioni per chi le guarderà una seconda o una terza volta?
Alla seconda, terza… trentasettesima visione, spero possa sbocciare nello spettatore un diverso punto di vista sui miei disegni che, a causa dell’estrema sintesi, non vengono sempre letti correttamente di primo acchito dal pubblico, abituato al virtuosismo grafico, ai dettagli, al realismo e ai colori.
Ci regali tre parole per raccontare la tua idea di illustrazione? E tre per descriverti come illustratore?
Impossibile. So veramente poco di illustrazione. È un mondo tutto nuovo per me. Arrivo ai libri illustrati dal mondo dell’arte contemporanea e nel momento in cui ho deciso di raccontare e disegnare storie non ho cambiato stile. Ho portato sulle pagine gli stessi omini e le stesse figure che dipingo sui muri o sulle tele appese alle pareti delle gallerie d’arte.
Quindi sono un illustratore? Boh! Lo ero già? Boh! Non sono un illustratore? Boh! Lo diventerò? Chi lo sa! Mi piace definirmi un pittore che fa anche libri.
Hai due figli, Emma e Martino, che L’Orco che mangiava i bambini si mangia “crudo e senza sale” e “inzuppata nel vino zuccherato”. Oltre ai tuoi, quali libri per ragazzi leggete?
Leggiamo insieme Dahl, Calvino, Rodari, Scarry, Ungerer, Kunnas, Piumini e altri “classici”. Ci piacciono molto i Mumin di Tove Jansson. Abbiamo letto Pippi Calzelunghe. A volte sfogliamo dei libri illustrati più “sperimentali”, che ho comprato per me, ma che ho messo in uno scaffale basso, in camera di Emma e Martino, nella speranza che possano prenderli e scoprirli anche da soli. E infine, sotto le coperte… Edward Gorey!

Fausto Gilberti, L’orco che mangiava i bambini, Corraini edizioni 2012
A cosa guardi quando leggi un libro?
Guardo alla punteggiatura… non vedete quanti errori ho fatto in questa intervista?
Le immagini dei libri sono tratte dal sito della casa editrice Corraini.