Leggere in serie

Geronimo Stilton e i suoi lettori

Written by Beniamino Sidoti

Cosa sanno i lettori di una storia che non hanno ancora letto? Tra le altre cose, le serie sono un ottimo modo per gestire le aspettative e le competenze dei lettori, e per fare sì che ogni nuova lettura garantisca un’esperienza in linea con le precedenti, attesa e al tempo stesso originale.

I narratologi e i semiologi parlano in questi casi di “contratto con il lettore”, cioè di una serie di competenze esplicite o implicite che aiutano chi legge a orientarsi nel testo fin dalle prime pagine: una storia di fantascienza si rivolge anzitutto a lettori di fantascienza, che non faranno fatica a ritenere ordinarie delle cose per altri stupefacenti; e un racconto horror si rivolgerà ai lettori che sapranno come gestire la paura e la suspense… e in modo ancora più stringente i lettori di una serie leggeranno un nuovo volume sapendo cosa aspettarsi.

Questa, fin qui, la teoria: ma cosa pensiamo che si debbano aspettare i lettori? Come facciamo a sapere cosa si aspettano? Sono domande che si rivolgono quasi interamente alla sensibilità dell’autore o dell’editore, e si poggiano su un misto di filologia pratica e di conoscenza del pubblico. Ma le conferme, in questo campo, sono rare. In questo caso, però, Geronimo Stilton ci offre un’occasione di studio davvero da laboratorio.

Geronimo Stilton è stato uno dei casi editoriali italiani più importanti di sempre, non solo per la letteratura per ragazzi: nato dalla penna di Elisabetta Dami inizialmente nella casa editrice di famiglia, è passato quasi subito alla Piemme di Piero Marietti, che ha saputo lanciarlo e costruire un vero successo planetario intorno a una serie di storie simpatiche, buffe, immediate, con personaggi riconoscibili e dal sapore fumettistico. Stilton è uno dei personaggi italiani più venduto all’estero, ha largamente superato la boa dei 100 titoli nella serie principale, e ha generato una quantità di sottocollane dedicate a singoli personaggi (Tea Stilton, Tenebrosa Tenebrax…) o ad ambientazioni più o meno fortunate (I preistotopi, I topinghi, I cosmotopi, I supertopi…).

Geronimo Stilton è gestito direttamente da Atlantyca, una società che cura sia le storie che i diritti, e che garantisce così una coerenza davvero rara in altre property. Questa grande coerenza traspare anche nella gestione di un unico sito trasversale ai vari paesi, Geronimo Stilton world (http://geronimostilton.com), disponibile in ben 18 lingue.

Tra le pagine del sito, c’è anche “Scrivi stratopico”, che offre la possibilità di creare la propria storia stratopica: si tratta di un editor semplice ed efficace per creare il proprio libro di Stilton, un’occasione unica per vedere come piccoli lettori di vari paesi abbiano creato dei contenuti originali restando pienamente coerenti con ciò che hanno letto e con l’universo di riferimento.

L’interfaccia permette di inserire il proprio nome e il titolo, poi ogni testo e immagine (le immagini si possono prendere dall’archivio del sito), pagina per pagina, creando in diretta un libro leggibile a schermo, condivisibile poi subito sul sito per i commenti degli altri appassionati.

Ecco che per esempio sul sito francese l’utente Souris Mimi scrive un libro intitolato (le traduzioni sono sempre mie) Delle vacanze davvero movimentate!!! Il libro comincia nel più classico dei modi: vediamo Geronimo seduto in poltrona mentre il testo dice “Ero tranquillamente seduto sulla mia poltrona e stavo per iniziare a leggere, con una tazza di tè caldo in mano, quando d’improvviso il telefono suonò…”.

ToTom77, tra i più votati, scrive il suo Vacanze a Londra cominciando così: “Era un mattino d’estate, bello come piace a noi, gli Stilton. Stavo per andare a lavorare quando il telefono squillò.”

Miranda02, nel sito italiano, che contiene migliaia di Topolibri scritti dai lettori, comincia così il suo Topazia’s got talent: “Salve a tutti… sono io, Geronimo Stilton! Ero nel mio ufficio quando sentii bussare alla porta: erano Benjamin e Pandora!”

L’italiana FeDeTeA comincia il suo Mistery love in maniera leggermente diversa: “era una splendente giornata di maggio. Geronimo e il nipotino preferito si stavano tranquillamente vestendo pensando di trascorrere la solita giornata noiosa! Ma non fu così”, riprendendo il tono di Geronimo ma raccontando in terza persona (le storie di Stilton sono invece sempre raccontate in prima persona da Geronimo stesso).

La pagina spagnola (in castigliano) presenta invece una varietà di approcci diversi: accanto ai libri ambientati a Topazia (o comunque nel mondo di Geronimo) ci sono altre storie che fanno eco ad altri successi di questi anni (ci sono anche echi delle Ragazze ribelli), che citano dinosauri e cuccioli, probabile conseguenza di un sito che in questo momento ha un pubblico più ampio della base dei lettori, o dei lettori meno fedeli al modello proposto.

Non in tutte le lingue si può scrivere un proprio libro (lo si può fare anche in olandese, ma non in greco, russo, tedesco, inglese…), mentre è più disponibile la funzione di scrittura di un articolo per “L’eco del Roditore”, il giornale di Geronimo. Sono due modalità di partecipazione diversa, certamente entrambe valide per il coinvolgimento dei lettori: la scrittura di narrativa è però per noi più interessante per valutare quanto i lettori interiorizzino non solo il mondo di Topazia, quanto anche il tono di voce e altri ingredienti impalpabili che rendono Geronimo Stilton coerente e credibile.

Scorrendo per le varie storie troviamo infatti, al netto dei libri salvati “per fare una prova”, con storie semplicemente abbozzate e poi non portate avanti, moltissime storie credibili, con una genuina partecipazione al mondo stiltoniano. Si tratta probabilmente del più compiuto esperimento di fan fiction rivolto ai bambini: fan fiction (o fanfic) è quell’insieme di racconti e prodotti dei fan che alcune grandi storie suscitano, spingendo gli appassionati per esempio di Harry Potter o Star Wars, ma anche di Ghostbusters o Star Trek, di Sherlock Holmes o Lupin, a scrivere il proprio racconto “ambientato” in uno di questi mondi.

Le fan fiction, racconta bene Henry Jenkins in Cultura convergente, testo fondamentale per vedere il rapporto dei lettori con l’industria culturale contemporanea, sono state spesso osteggiate e ridimensionate dai proprietari di character, nel timore di perdere parte del proprio controllo, economico e creativo. Questo non è mai accaduto con i personaggi per bambini, con riviste come “Pimpa” o “Topolino” che hanno sempre incoraggiato i propri lettori a mandare le proprie interpretazioni, grafiche e scritte, dei loro personaggi.

Con geronimostilton.com, grazie anche a una buona e semplice interfaccia, la partecipazione della base dei lettori diventa più semplice e interessante – e verificabile.

Con l’eccezione sopra ricordata della Spagna, le storie sono tante e rispettano gran parte di quel famoso “contratto con il lettore” di cui parlavo sopra: sono quasi tutte scritte in prima persona (è infatti Stilton “autore” oltre che protagonista delle proprie storie), seguendo il tempo verbale usato nella lingua in cui i bambini e le bambine l’hanno letto (l’imperfetto per l’italiano), e usando tutti gli stilemi anche non dichiarati (per esempio all’inizio di ogni storia Geronimo è quasi sempre seduto; quando qualcosa lo sorprende spesso sobbalza o salta, e così via).

Le “avventure” proposte dai bambini sono spesso vicine al proprio mondo reale (vacanze in spiaggia, o in posti conosciuti, spunti a portata di bambino) o immaginario (una trasmissione televisiva come Topazia’s got Talent, una storia d’amore…), e non sono mai particolarmente sorprendenti – pur rimanendo coerenti con l’universo di riferimento.

Dal tool di Scrivi stratopico si accede anche a una pagina di consigli espliciti, che sono invece per lo più disattesi dai giovani scrittori: si raccomanda per esempio di scegliere bene gli altri personaggi, di trovare dei nomi buffi e particolari… ma le storie ruotano per lo più intorno ai mattatori della serie: Geronimo, Tea e Benjamin. È un confronto che mi pare interessante perché ci rivela come in una serie matura come Geronimo Stilton, il patto fiduciario con i lettori sia costruito per lo più dal tono di voce, dal fatto che i personaggi appaiano a tutto tondo e siano sempre facilmente riconoscibili.

Tra gli strumenti con cui possiamo valutare la bontà, o meglio l’efficacia di una serie metterei quindi un certo “facciamo che…”: Scrivi stratopico è, con mezzi moderni, una versione di quell’antico gioco che i bambini fanno probabilmente da sempre, proiettandosi nelle storie che amano con un “facciamo che io ero… e tu eri…”. Una serie, cioè, è potente, efficace, se riesce a suggerire ai propri lettori tanti modi per raccontarsi storie credibile, e probabilmente, aggiungo, se queste nuove storie riescono a portare i lettori abbastanza lontano. Quando cominciava una corrispondenza con dei bambini lontani, il maestro Mario Lodi suggeriva a volte di inventare una storia – ma non di raccontare una storia che hanno visto in televisione o letto, di inventarne una nuova: la stessa cosa capita con alcune serie, quando mettono a disposizione dei lettori dei simboli, dei mondi, in cui far viaggiare la propria fantasia, e delle regole di funzionamento per rendere più facile la fatica di creare un mondo.

In questo senso Geronimo è onesto e propone concretamente un modo di iniziare una storia, un linguaggio per portarla avanti e farle fare alcuni passaggi, e dei personaggi con cui mettere in scena alcune emozioni fondamentali. E, per mille mozzarelle, funziona!

Le immagini sono tratte dall’iniziativa “Topocollezioni”, sempre dal sito geronimostilton.com

sull'autore

Beniamino Sidoti

Beniamino Sidoti è autore e ricercatore in proprio: si occupa in particolare degli incroci e dei confini tra narrazione e gioco. Tra gli ultimi suoi libri: Eccetera (edizioni la meridiana, 2013), Dizionario dei giochi (con Andrea Angiolino, Zanichelli, 2010), Lettori in gioco (con Alessandra Zermoglio, Sonda, 2015), Stati d'animo (Rrose Sèlavy, 2017) e Strategie per contrastare l'odio (Feltrinelli, 2019)

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