Leggere in serie

Rigore e leggerezza: la divulgazione secondo Lampi di genio

di Sergio Rossi

Quando nel 1976 passò in televisione lo sceneggiato Sandokan di Sergio Sollima, mia zia Carla mi regalò una scimitarra di plastica e cucì una bandiera rossa con al centro il disegno di una testa di tigre che per me era uguale, anzi, più bella, dato era una gran sarta, di quella che sfoggiava sul piccolo schermo Kabir Bedi, alias la Tigre della Malesia. Quando nella mia camera issavo quella bandiera rossa con la tigre, lo sgabello rovesciato si trasformava nel praho dei pirati, il tubo portadisegni nel cannone di prua, e accanto a me c’era tutta la ciurma (la Tigre, ovvio, ma anche Yanez, Tremal Naik, Sambigliong e soci) pronta a dare l’assalto alla nave del perfido governatore James Brooke. La visione di quello sceneggiato fu uno dei miei primi ingressi consapevoli nel mondo dell’immaginazione e delle storie.

Più avanti, anche la lettura dei testi scientifici e il racconto di scoperte e invenzioni mi aprirà quella stessa magica porta. Un esempio è “Sull’elettrodinamica dei corpi in moto”, l’articolo del 1905 con cui Albert Einstein introduce la relatività ristretta. Ricordo bene il momento in cui il buon zio Albert mi ha fatto entrare, anche solo per un attimo, in un mondo nuovo che non avevo mai sospettato che esistesse e che invece era anche lo stesso in cui vivo, da allora molto più affascinante. È anche per questo che mi sono laureato in fisica e ho cominciato a scrivere, tra le altre, di scienza.

Ogni volta che devo scrivere un testo di divulgazione scientifica, preparo una lista di libri, siti e articoli da leggere e consultare in libreria e in biblioteca. Questa è forse la parte più divertente del lavoro, anche perché non c’è scusa migliore che scrivere un libro per poterne leggerne molti altri. In cima a questa lista c’è spesso e volentieri uno dei volumi della collana Lampi di genio, la serie di biografie di scienziati e inventori ideata, scritta e disegnata da Luca Novelli per Editoriale Scienza. Partita nel 2001 con i volumi su Darwin e Einstein (Darwin e la vera storia dei dinosauri e Einstein e le macchine del tempo), la collana ha da poco compiuto vent’anni e conta ormai altrettanti titoli (22, per la precisione, senza contare le tantissime ristampe). Quindi non è difficile, per quasi qualunque argomento debba scrivere, trovare nella collana la biografia di uno degli scienziati che andrò a citare. Dico subito che il mio non è un rito superstizioso, anche se sul tema scienziati e superstizione ce ne sarebbe da scrivere, quanto un modo piacevole per iniziare le ricerche e, insieme, avere un’ottima base da cui partire. Quando a volte non è l’unica.

Apro una parentesi. Quando ho scritto la biografia a fumetti Nikola Tesla (disegnata da Giovanni Scarduelli, pubblicata da Becco Giallo), il “lampo di genio” sul geniale e sfortunato ingegnere serbo, intitolato Tesla e la macchina a energia cosmica, si è rivelato il testo più preciso e attendibile di tutti quelli che avevo trovato, spesso dedicati a esplorarne solo il lato misterioso che di misterioso ha ben poco. Se nel 2019 Nikola Tesla ha vinto il premio per la divulgazione scientifica “Giancarlo Dosi” (sezione ingegneria e architettura) dato da una giuria di scienziati e giornalisti scientifici, primo libro a fumetti a vincere un premio del genere, è stato anche grazie al libro di Novelli che qui pubblicamente ringrazio. Chiusa parentesi.

Il successo della collana è stato immediato e ancora oggi costante: tradotta in decine di paesi del mondo, nel 2008 ha avuto anche un suo adattamento in televisione con un programma in dieci puntate (oggi visibili su Rai Play) e ha permesso al suo autore di rifare il viaggio di Charles Darwin intorno al mondo tra il 2005 e il 2009 poi raccontato in quattro bellissimi libri, tre sul noto Charles (In viaggio con Darwin. Il secondo viaggio intorno al mondo 1, 2, e 3, Rizzoli)), uno su Robert FitzRoy, il comandante della nave Beagle il quale osteggiava la teoria evoluzionistica (L’ipotesi FitzRoy. Il cacciatore di diluvi, Rizzoli).

Ma entriamo nel dettaglio dei libri. Ogni biografia della collana è raccontata seguendo fedelmente la vita del protagonista che parla in prima persona ai suoi lettori. Ogni situazione narrata è documentata sia dal punto di vista storico sia scientifico, mentre in chiusura c’è un glossario illustrato, che spiega molti dei termini usati oltre che dati e informazioni su alcune scoperte citate. Raccontata così la collana sembrerebbe molto simile a un’altra molto famosa, l’inglese Brutte Scienze, ma le differenze tra le due sono macroscopiche. Ogni titolo della collana anglofona non tratta infatti biografie ma singoli argomenti come la chimica, la fisica, il corpo umano, le grandi scoperte scientifiche, mentre lo stile di testi e disegni è contrassegnato da un umorismo scatologico, e quindi con abbondanza di puzze, cacche, pipì e sporcizie varie. Che funzionano sempre, sia con adulti sia con bambini, ma dal punto di vista autoriale sono molto limitanti perché ad alto rischio di saturazione (anche dell’aria nella stanza), dato che lo “sporco” finisce per caratterizzare un po’ tutto allo stesso modo.

Lo stile narrativo e le vignette di Novelli nascono invece dall’interno delle biografie dei personaggi, evitano così la trappola della ripetizione e creano battute e vignette specifiche per ogni personaggio. I disegni integrano la scrittura e illustrano in maniera efficace e immediata temi, situazioni e ambientazioni toccate nel racconto. Il risultato finale è una narrazione ironica, rigorosa e soprattutto leggera nel senso migliore del termine perché evita la pedanteria inutile, e trasforma in persone reali con virtù e difetti scienziati che di solito associamo solo ai nomi delle vie cittadine o a statue che fanno da gabinetto ai piccioni (qualcuno ha citato la cacca?). Questa capacità di divulgazione, che ha nella dinastia degli Angela, Piero e Alberto, la sua punta più famosa e che oggi conta anche molti loro ottimi vassalli e valvassori, è stata per anni merce rara tra i cosiddetti intellettuali italiani dato che la cultura del Belpaese è da sempre a-scientifica.

Una data cruciale è il 1911, quando a Bologna, nel IV Congresso internazionale di filosofia, i filosofi neoidealisti Benedetto Croce e Giovanni Gentile mettono all’angolo il matematico Federigo Enriques e definiscono le materie scientifiche come “secondarie”, quando non estranee, per la cultura della nazione, come dimostra la difficoltà di affermarsi di una narrativa fantascientifica autoctona fino al successo dei romanzi di Valerio Evangelisti all’inizio degli anni Novanta del secolo scorso. Il tempismo di questa combo Croce + Gentile, che nel ventennio fascista si sfascerà, è notevole dato che si attua negli stessi anni in cui si affermano la relatività (ristretta nel 1905, generale nel 1916) e la meccanica quantistica, le due teorie scientifiche che hanno spiegato il mondo e ribaltato i concetti di tempo, spazio, energia e realtà (è anche per questo che mi sono sempre rifiutato di leggere una riga di Croce e Gentile). Tra le conseguenze di questa cultura a-scientifica ci sono i motivi per i quali l’industria e la politica hanno “bucato” i primati straordinari conseguiti dagli scienziati italiani in campi come la fisica, la chimica, l’informatica e l’energia atomica. Per fortuna, ci sono stati molti scienziati e scrittori che hanno una solida formazione scientifica e umanistica che anche oggi producono libri, articoli e riviste di qualità ma, dato che spesso non lavorano per grandi testate editoriali, la strada che hanno (e abbiamo) da percorrere è ancora lunga.

Per nostra fortuna uno di questi autori è proprio Luca Novelli. Laureato in scienze agrarie nel 1971, si è subito lanciato nel mondo editoriale pubblicando sulla rivista “Eureka” le serie Histoyrettes e Gli Edenisti. Nel 1974 crea il suo personaggio più famoso, Il Laureato, che appare su varie riviste come “Il Mago”, edita da Mondadori, e poi in appendice ai racconti e ai romanzi della fantascientifica Urania. Il protagonista di questa striscia a fumetti è un giovane uomo appena uscito dall’università alle prese con le assurde quotidianità del mondo del lavoro. Pur vantando importanti personaggi come Bobo di Staino, le Sturmtruppen di Bonvi e Lupo Alberto di Silver, oppure autori come Altan, Calligaro e Chiàppori, le strisce a fumetti in Italia non hanno avuto lo stesso successo dei paesi americani e anglosassoni dove sono regolarmente pubblicate sui quotidiani e periodici, quindi destinate a un pubblico adulto. Non è un caso che molte di queste, come Blondie&Dagoberto, Bristow, Andy Capp, Beetle Bailey, Dilbert, non trattano storie di genere (avventura, giallo, fantascienza, ecc.), quanto il lavoro, il matrimonio, i figli, i rapporti di coppia e generazionali. Tra i capolavori assoluti è impossibile non citare le storie de I Frustrati e del Dottor Ventosa Bobologo di Claire Bretecher, e i caustici racconti di Gerard Lauzier e Jules Feiffer. Il Laureato di Novelli si inseriva in questo filone di racconto del quotidiano, molto in anticipo rispetto alla moda attuale degli autori di graphic novel.

Nel 1978 esce il primo volume della Storia d’Italia a fumetti di Enzo Biagi: ha un enorme successo, e allora Novelli coglie l’occasione per dedicarsi alla divulgazione a fumetti, ma privilegiando il lato scientifico. Nel 1983 pubblica Il primo libro dei computer, diventando così tra i primi a raccontare l’arrivo dei personal computer nella società italiana, insieme a Umberto Eco nel periodico “L’espresso” (Il computer da scrivere, 1981), e Luciano de Crescenzo in televisione (Bit, 1984, su Italia 1). Poi scrive i due volumi de La storia della chimica (1984) e La storia naturale: la biologia a fumetti da Aristotele al DNA (1989): entrambi disegnati da Cinzia Ghigliano, raccontano non solo le scoperte ma anche la vita e il periodo storico degli scienziati, noti e meno noti, che le hanno realizzate. Come nei volumi di Biagi la narrazione procede per episodi e segue la cronologia degli eventi ma, rispetto ai volumi firmati dal più famoso giornalista, con una qualità grafico-narrativa molto più alta. Un vero peccato che entrambi i volumi siano fuori commercio da anni perché possono costituire sia un valido aiuto nello studio di queste materie, sia un ingresso alla semplice conoscenza di scoperte che utilizziamo tutti i giorni anche per gli adulti, i quali si trascinano galassie di ignoranza scientifica dai tempi delle scuole anche se fanno finta di no.

Nonostante le scienze – intendendo con questo termine tutte le scienze, dalla matematica alla biologia – siano studiate nelle scuole di ogni ordine e grado, l’ignoranza sui loro principi di base e la diffusione di errati luoghi comuni sulle singole materie si estende ancora oggi a ogni livello della scala sociale. Chi paga maggiormente le conseguenze di questa situazione sono le persone comuni per le quali le scienze si occupano più di entità astratte, tipo i grandi antichi di H.P. Lovecraft, che della realtà in cui viviamo, salvo poi domandarsi come il pianeta si surriscalda o perché scoppia, per esempio, una pandemia o i virus mutano. I motivi si possono far risalire un po’ alla già citata combo Croce-Gentile, e un po’ anche ai programmi scolastici che, tolte le singole eccezioni di insegnanti illuminati che possono capitare nella propria carriera scolastica, diffondono una versione spesso distorta quando non sbagliata del sapere scientifico: la scienza non è vista nel suo sviluppo storico-critico ma come una sommatoria di dati e scoperte avulse dai problemi e dalla cultura del loro tempo. A questo si associa la mancanza di coordinamento tra materie diverse, come storia, matematica e filosofia, che conduce a credere, più per fede che per ragionamenti, a gravi che ruotano senza strisciare, alla scomposizione di polinomi pieni di strane lettere come x e y, a nomi improbabili di composti chimici che la maggior parte degli studenti dimenticherà una volta superato l’esame di maturità. Il risultato è una visione magica della scienza già descritta nel 1958 dallo scrittore e scienziato Arthur Clarke, quello di 2001: Odissea nello spazio, nel quale le scoperte scientifiche e le loro ricadute tecnologiche sono viste al pari di magia, astrologia, omeopatia e altre amenità che tanti lutti addussero non solo ai noti Achei.

È vero: oggi nessuno, nemmeno Einstein redivivo, potrebbe abbracciare per intero l’attuale sapere scientifico, ma i principi basi di matematica, fisica, biologia, chimica e geologia su cui costruire successivi aggiornamenti rimangono alla portata di tutti, e dovrebbero far parte della cassetta degli attrezzi di tutti, perché questi principi descrivono il mondo in cui viviamo, che non è proprio questo pranzo di gala, e ci aiutano a non subire passivamente gli straordinari strumenti tecnologici che usiamo tutti i giorni.

I volumi della collana Lampi di genio sono un ottimo antidoto all’ignoranza dilagante: raccontano la vita degli scienziati mettendo in evidenza debolezze, errori, cadute, sconfitte che difficilmente si trovano nei libri di scuola e che invece sono parte integrante della ricerca e della vista stessa; raccontano che puoi anche avere ragione, ma se i tuoi contemporanei non se ne accorgono allora hai un grosso problema; raccontano che sbagliare e fallire sono cose naturale, perché è più facile, anzi, è più probabile sbagliare una cosa che farla giusta e, di più, che sbagliare è il primo passo verso un possibile successo: una regola che è esattamente l’opposto a cosa insegna ogni attuale sistema scolastico e sociale dove, parafrasando gli Abba, conta solo chi vince, ossia chi prende il voto più alto, e gli altri rimangono tutta la vita dei falliti.

E tutto questo le biografie di Novelli lo fanno con garbo, ironia e molta documentazione: mostrano come la linea dell’orizzonte della conoscenza si sposti sempre un po’ più in là a ogni scoperta, e come l’avventura della ricerca scientifica possa essere più appassionante di un qualunque romanzo perché, rispetto al romanzo, è accaduta davvero e, più di tutto, fa vivere a chiunque quella vertigine quando vediamo, anche solo per attimo, il vero volto del mondo in cui abitiamo.

Sergio Rossi è laureato in fisica e autore di numerosi libri per ragazzi. Esperto e storico del fumetto, con il suo Girotondo (disegni di Agnese Innocente, Editrice Il Castoro) ha vinto il Premio Andersen 2021 per il miglior libro a fumetti.

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