In classe dividiamo i rifiuti. La carta è tantissima, poi ci sono la plastica, il vetro, l’organico e l’indifferenziata, quell’immondizia che non si può riciclare. Perché? Per capirlo meglio, facciamo una lezione diversa. Cominciamo l’ora di Storia dell’Immondizia.
[pullquote align=right]Cominciamo l’ora di Storia dell’Immondizia, una lezione spassosa e quanto mai attuale.
[/pullquote]Partiamo proprio dagli avanzi dei Mammut. Procediamo con gli scarti dell’Homo Sapiens: ammucchiava resti animali, utensili rotti e ogni genere di rifiuto accanto ai primi accampamenti. Utilissima abitudine solo per gli archeologi, che studiano i nostri antenati, perché furono depositi maleodoranti e proliferanti di batteri. La mancanza di buone norme igieniche non appartiene solo a quel remoto periodo storico. In ogni epoca sono esistite cattive abitudini con conseguente inquinamento ambientale. Arriviamo così fino ad oggi, epoca in cui si valorizza il riciclo, grazie ai nostri bidoni colorati in classe e a casa.
La Storia dell’Immondizia, inevitabilmente, fa anche sorridere, le illustrazioni sono vivaci e divertenti, il rigore scientifico è proposto con commenti chiari. Si narra anche di abitudini sciagurate, con conseguenze letali, quali la peste. La passeggiata attraverso la storia suggerisce l’importanza di un mondo da preservare e amare. Il libro incoraggia ad abbracciare una condotta sana, ambientalista, a favore del riciclaggio dell’immondizia che ognuno produce, a scuola e a casa. Una lezione spassosa e quanto mai attuale.