Incontrarsi dentro un libro

Dieci buoni motivi per incontrarsi in un libro, più uno.

Written by Alessandra Starace

“Tenace abitante delle biblioteche comunali o di circoscrizione, il bimbo topo di biblioteca è in grado di rosicchiare in un paio di mesi l’intera raccolta dei libri a disposizione della biblioteca di classe.

Verso Natale il piccolo rodilettore entra così in piena crisi di astinenza e lancia all’insegnante chiari segni di insofferenza.

La maestra o il maestro avveduti risolvono allora la difficile situazione organizzando rapidamente una catena di pronto soccorso: facendo ricorso alle librerie personali dei compagni di classe, riescono a mantenere un costante rifornimento di carta stampata per il vorace animaletto libro-dipendente.”

Con queste parole, il maestro e scrittore di Forlì Stefano Bordiglioni, nel suo libro Scuola Foresta, ci descrive il “Myotopus miotomus” ovvero il bimbo topo di biblioteca.

 Al nostro maestro non sfuggono le peculiarità di ogni bambino e i suoi comportamenti, e come un esperto esploratore si diverte a renderli visibili agli altri, non solo per giocare a riconoscersi, ma anche per suggerire possibili interventi.

Ma torniamo al nostro “topo di biblioteca” che, avendo conosciuto il potere e il fascino dei libri, crescendo potrà consolidare questo legame ed entrare a far parte di quella comunitàspecifica che trasforma i lettori in membri di un paese immaginario.

Cittadini accomunati da “un universo di manie e abitudini condivise, di riti e di stranezze che ritenevano eccezionali, e che invece scopriamo, magari anche esasperati, in molti altri lettori.”

Una delle tante comunità in cui le storie e l’arte di raccontare storie costituiscono linfa vitale e aggregativa.

Ma non la sola. Attenzione.

Credo infatti che la letteratura sia uno strumento per leggere il mondo, magari non lunica modalità per mettere ordine nel caos delle nostre vite, ma un luogo insostituibile per coltivare lincontro.

E se è indubbio che la letteratura può aiutarci, non ha la funzione di prepararci alla vita.

È l’esperienza che detiene sempre questo privilegio.

Se è vero che dall’incontro con ogni storia possiamo imparare qualcosa, avere un’intuizione, una visione, comprendere meglio un sentimento, sentirci meno soli, è anche vero che un libro non ci aiuterà ad evitare errori, delusioni e sofferenze. Le storie non procurano e non sostituiscono unesperienza, ma ci aiutano a coltivare e far crescere possibilità dentro di noi.

Quante volte dopo aver letto un libro abbiamo l’impressione di aver finalmente capito cosa ci serve per essere felici e trovarci finalmente sulla strada giusta?

Non potrò mai dimenticare quando nel pieno della mia giovinezza lessi libri come Il gabbiano Jonathan Livingston di Richard Bach o Va’ dove ti porta il cuore di Susanna Tamaro. Mi sembrava di aver in pugno le risposte che cercavo, una consapevolezza tanto faticata e una direzione più chiara.

E invece, come spesso accade, giorno dopo giorno, lettura dopo lettura, le mie certezze si rivelarono soltanto una conquista provvisoria.

E quei libri che mi avevano rivelato una verità fino ad allora nascosta, andavano a costituire solo delle pietre miliari lungo il mio percorso di lettrice.

Proprio per questo, forse, quando mi si chiede quale è il libro che mi ha cambiato la vita, entro in crisi.

Non sarebbe forse piùgiusto guardare ai libri non come amuleti magici ma come tappe collegate da ponti e tunnel?

Se è frequente trovare nelle librerie di lettori diversi gli stessi libri, sebbene sia molto probabile che ognuno vi sia arrivato da letture diverse, è il modo in cui questi libri fanno presa sui lettori a essere molto simile.

È questo, a mio parere, il luogo dove avviene l’incontro tra libri e lettori, o possibili lettori. È questo il punto su cui cerco di lavorare, come libraia e come promotrice della lettura, e quindi come persona che costruisce una vita potenzialmente migliore.

 Leggere rappresenta un piacevole passatempo offrendo la possibilitàdi viaggiare senza muoversi dalla poltrona di casa e sognare a occhi aperti, e raccogliere storie. Queste storie, pur non sostituendo lesperienza, sono preziose, perché:

 

Illustrazione di Torben Kuhlmann

         1. SPIEGANO E SEMPLIFICANO

I libri semplificano le cose perché hanno al loro interno una struttura, una consequenzialità e dei nessi logici tra gli eventi che mettono ordine al caos della vita.

Per quanto una trama possa essere lunga è pur sempre più breve di qualsiasi esperienza vissuta, e più chiara.

Uno scrittore può raccontare una vita intera in poche pagine, passando da un’età all’altra nel giro di pochi capitoli. Molti particolari sono omessi così come molte sfaccettature o intersezioni che potrebbero distrarci o confondere. Sebbene più situazioni possano accadere contemporaneamente e accavallarsi, nei libri ben scritti il filo narrativo della storia resta ben teso e direzionato.

 

         2. RENDONO PIÙ EMPATICI

Nei libri lo scrittore delineando i personaggi non lesina spiegazioni, mettendoci a disposizioni più tipologie di persone.

Ne esalta i difetti o le virtù all’inverosimile, descrivendone i comportamenti e rendendo visibili i pensieri e le azioni piùoscure, anche quelle che nella realtà sono a volte difficili da capire.

 

Illustrazione di Torben Kuhlmann

         3. MIGLIORANO LA CAPACITÀ DI RISOLVERE I PROBLEMI

La finzione narrativa ha come caratteristica comune quella di mettere in scena un problema, di ruotare intorno a una crisi, di affrontare e superare  degli ostacoli per raggiungere ciò che si desidera.

Ogni storia, consapevolmente o no, racconta di un eroe che deve affrontare problemi e combattere per superarli, sia che si tratti di un problema del protagonista con l’ambiente esterno sia che si tratti di un disagio interiore.

Una storia molto simile a quella di ciascuno di noi, ogni giorno alle prese con un problema o una difficoltà diversa che riguardano niente di meno che la condizione umana.

 

         4. ALLENANO VIRTUALMENTE LE NOSTRE ABILITÀ EMOTIVE

Rappresentando la vita i libri mettono in scena una serie di situazioni complesse

che un giorno potremmo trovarci a vivere nella realtà.

Ci dotano di una sorta di biblioteca mentale che rimane latente dentro di noi ma che può migliorare la nostra capacitàdi risposta alle esperienze vissute nella realtà.

In questo senso i libri costituiscono dei veri e propri laboratori virtuali per conoscere anticipatamente e da vicino certe emozioni e stati d’animo intricati e complessi, come la tristezza, la paura, la speranza e cosìvia.

Laboratori che ci permettono per il tempo della lettura di vivere in una bolla, sospesa nel tempo. Di vivere per un po’ le vite degli altri, lasciandoci coinvolgere ma non travolgere. Possiamo sperimentare una molteplicitàdi emozioni alla debita distanza, decidendo di chiudere il libro quando vogliamo, per riprendere fiato.

Possiamo allenarci a volare mettendoci alla prova artificialmente, un po’ come si fa con i simulatori di volo, e prendere confidenza, o come si usa fare per fronteggiare situazioni che creano ansia e disagio, esponendosi gradualmente e ripetutamente.

 

Illustrazione di Torben Kuhlmann

         5. AMPLIFICANO GLI STATI D’ANIMO

I libri attraverso la scrittura, l’enfasi e l’uso di figure metaforiche amplificano gli stati d’animo rendendoli visibili.

Ci aiutano a mettere a fuoco, sentire meglio, toccare ciò che è poco conosciuto o chiaro e di conseguenza difficile da affrontare. In questo senso i libri ci scuotono, ci svegliano, attivando i neuroni e i sensi, aumentando la capacità di reazione/azione offrendo al lettore un contenitore per l’ansia, calmandolo e mettendogli a disposizione nuova energia.

 

 

 

         6. MIGLIORANO LE RELAZIONI

I libri raccontano le vite private e le relazioni tra singoli individui.

Da questi racconti si può imparare molto. Nelle famiglie, nelle coppie, amici e colleghi, si stabiliscono legami emotivi, intellettuali o culturali che possono ispirare e influenzare la nostra realtà.

Le relazioni tra due persone, il racconto della vita piùintima ècapace di mostrare un universo invisibile che può offrirci nuove visioni.

 

Illustrazione di Torben Kuhlmann

         7. AUMENTANO LA PROSPETTIVA

I libri hanno il potere di offrirci un’altra prospettiva.

Ci possono aiutare a vedere le cose dal punto di vista di unaltra persona, possono superare i confini spaziali del nostro mondo facendoci conoscere altre culture e ideologie.

 

 

 

 

         8. PARTECIPANO ALL’INTEGRITÀ MORALE

Raccontando semplicemente storie senza la precisa volontàd’insegnare o essere moralisti, i libri ci mettono continuamente di fronte al bene e al male, ai valori, alle virtù e ai difetti. Mostrandoci con chiarezza cosa è disprezzabile e cosa è invece auspicabile, stimolando continuamente, in modo silenzioso la nostra integritàmorale, offrendoci la possibilità di scegliere. Mostrandoci le conseguenze di certe azioni, ci suggeriscono di comportarci secondo valori condivisi che omogeneizzano e uniscono le società.

 

Illustrazione di Torben Kuhlmann

         9. RAFFORZANO IL SENSO DI APPARTENENZA

I libri, poi, possono anche oltrepassare i confini temporali superando la barriera della morte e mettendoci in comunicazione con epoche e uomini del passato.

Anche se viviamo nel presente èinevitabile continuare a seguire, in modo inconsapevole, idee e abitudini molto antiche.

Conoscere non solo i propri ricordi ma anche quelli degli altri vuol dire utilizzare una memoria più ampia, condivisibile. Vuol dire limitare la possibilitàdi perpetuare certe tradizioni, avere una nuova visione del passato e di conseguenza del futuro.

Rafforzando il legame con gli uomini del passato èpiùfacile sentirsi un anello di una catena ininterrotta.

Il senso di appartenenza ha l’effetto di responsabilizzare l’individuo che prima di agire è più propenso a valutare le conseguenze delle proprie azioni.

 

 

Illustrazione di Torben Kuhlmann

        10. FACILITANO LINCONTRO CON GLI ALTRI

Le storie contenute nei libri creano legami sociali perchéraccontano storie universali significative, condivisibili da tutti, per il solo fatto che apparteniamo al genere umano dove le emozioni scaturiscono dalle nostre azioni comuni, a un livello profondo.

Le storie hanno il potere di unirci al di là delle differenze, delle personalità, degli obiettivi e dei programmi di ognuno. Creano fili di relazione con l’altro che sebbene diverso da noi èun nostro simile che vive esperienze simili alle nostre, abita in quel mondo comune dove possiamo conoscerci e riconoscerci, confrontando i nostri vissuti.

Condividere, poi, le proprie letture, se si considera tutto quello detto fin qui, vuol dire vivere una vita più piena e sfidante.

Ogni lettore leggendo, al contrario di ciò che accade di fronte a uno schermo, anima e reinventa il testo introducendo il suo vissuto, la sua sensibilità.

Scoprire come altre persone vedono il mondo, ciò che per loro è importante, vuol dire mettersi nei panni di un altro e dare vita, se pur per poco, a un mondo diverso dove regna veramente l’uguaglianza tra le persone.

 

Se la lettura, però, ha dato vita lentamente a una comunità invisibile, soltanto la tenacia dei lettori può continuare a tenerla in vita. E questo è possibile solo fino a quando vorremo incontrare le storie contenute nei libri e subito dopo altri lettori.

 

Illustrazione di Torben Kuhlmann

Ed eccoci arrivati all’ultimo motivo per cui credo che ancora oggi valga la pena di favorire e promuovere l’incontro con i libri:

 

TRASFORMANO LA REALTÀ

 

Se è vero che nel nostro percorso di conoscenza e crescita continua, le storie di finzione aiutano ad adattarci alla realtà, è anche vero che partecipando a queste in modo piùintenso e attivo possono aiutarci anche a trasformarla questa realtà.

Nel bene o nel male.

Ed è per questo che bisogna incontrare i libri giusti al momento giusto.

Ma qui parliamo giàdi un altro incontro: quello tra lettori e mediatori della lettura.

 

BIBLIOGRAFIA

Per approfondire i temi che ho toccato vi consiglio la lettura dei seguenti testi che offrono interessanti spunti:

Scuola Foresta, di Stefano Bordiglioni, illustrazioni di Mauro Monaldini, Einaudi Ragazzi, Milano, 2016.

Toccare i libri. Una passeggiata romantica e sensuale tra le pagine, di Jesús Marchamalo, traduzione di Claudia Marseguerra, Ponte alle Grazie, Milano, 2010.

Vite che non sono la tua. Il bello dei romanzi in 27 storie, di Paolo di Paolo, Laterza, Bari, 2017.

Listinto di narrare. Come le storie ci hanno reso umani, di Jonathan Gottschall, traduzione di Giuliana Olivero, Bollati Boringhieri, Torino, 2014.

La biblioteca delle emozioni. Leggere romanzi per capire la nostra vita emotiva, di Carola Barbato, Ponte alle Grazie, Milano, 2012.

Testi in testa. Parole e immagini per educare conoscenze e competenze narrative, di Marco Dallari, Centro Studi Erickson, Trento, 2012.

La cultura delleducazione. Nuovi orizzonti per la scuola, Jerome Bruner, traduzione di Lucia Cornalba, Feltrinelli, Milano, 2013.

Perché le storie ci aiutano a vivere. La letteratura necessaria, Michele Cometa, Raffaello Cortina, Milano, 2017.

Ventotto domande per affrontare il futuro. Un nuovo modo per ricordare il passato e immaginare lavvenire, di Theodore Zeldin, traduzione di Roberto Serrai, Sellerio, Palermo, 2015.

 Unetica del lettore, Ezio Raimondi, Il Mulino, Bologna, 2007.

sull'autore

Alessandra Starace

Libraia e promotrice della lettura, biblioterapista , fondatrice di Tata Libro, blog dedicato alla letteratura per bambini e ragazzi. Ideatrice dei SEMInari, tavole rotonde per approfondire tematiche relative alla letteratura per l'infanzia.

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