Una scuola di tutti – a scuola non ci sono ultimi. Erano queste le parole che declamava ad alta voce Mirella Antonione nel pretendere che fosse messo in atto quanto sancito dagli articoli 34 e 38 della nostra Costituzione: la scuola è aperta a tutti e gli inabili e i minorati hanno diritto all’educazione e all’avviamento professionale.
Mirella Antonione contribuì alla eliminazione delle classi differenziali che di fatto ghettizzavano i bambini disabili (o poveri o caratteriali) perseguendo l’ottica di una scuola che fosse inclusiva ed equa, per tutti. Siamo nel caldo autunno sindacale del 1968, ma ci vorrà il 1977 per l’abolizione delle classi speciali (legge n. 517 per l’inserimento in classe dell’nsegnante di sostegno).
Accadde grazie a lei in misura macroscopica e con cascata virtuosa sulla società, ciò che accade nel piccolo cortile di una scuola in Noi: in quel piccolo cortile c’è un bambino che gioca da solo, è strano, silenzioso, con un occhio enorme. Tutti lo chiamano Occhione, annullando la sua personalità, che peraltro nessuno si cura di conoscere. Tutti gli altri bambini lo evitano. Fino a quando Filippo, come Mirella, sceglie la strada dell’inclusione, azzerando la paura della diversità, abbracciandola. Filippo e Filippo (questo il vero nome di Occhione) diventano amici e crescono assieme nutrendosi a vicenda l’uno dell’altro, compagni della stessa classe.
Noi, Elisa Mazzoli, Sonia maria Luce Possentini, Bacchilega junior 2013