Una splendida estate

Matilde contro Pippi. Compiti per le vacanze sì o no?

Written by Barbara Ferraro

Chetati, Gigino. Eppure tu lo sai, che ho da studiare l’aritmetica ragionata! – Lo so: ma come si fa, dico io, a ragionare con questo caldo? – Qui prese la parola il più grande che si dava una cert’aria d’importanza, e che sentenziò con una certa amarezza mal dissimulata: – Non c’è caldo che tenga. La mamma dice anzi che qui c’è il frescolino che aguzza l’intelligenza.
[…] Studiare! studiare! – riprese Maurizio battendo il piede. – Studiare, va bene; ma uno dovrebbe esser lieto di studiare quando gli pare, ecco. Perché, domando io, gli uomini devono avere questa schiavitù?
(Ciondolino, Vamba)

È luglio, tutto d’intorno nella campagna invoglia a giochi d’ogni genere o a poltrire distesi sotto a un albero nel frescolino del pomeriggio. Qual è il momento migliore per giocare senza pensieri se non l’estate? Eppure, eppure… tre bambini sbuffano e s’imbronciano, ciascuno con in mano un libro da studiare. Bisogna studiare! Ah! Se si fosse liberi di godersi l’estate come gli animali e gli insetti. Una formica per esempio… ed ecco che il pomeriggio estivo che si prospettava noioso e faticoso si tinge di magia e da bambini si diventa formiche, alle prese con la scuola della vita del prato. Il libro coniuga l’avventura della storia con elementi scientifici e nozioni di senso civico, Ciondolino/formica apprende senza l’uso di libri una serie di informazioni sulla natura che lo circonda così come un metodo di studio.

<em>Ciondolino</em>, Vamba. Ill. di Chiostri, 1856

Ciondolino, Vamba. Ill. di Chiostri, 1856

Ciondolino è una delle tante opere educative in voga tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento, per certi versi molto simile alle tante pubblicazioni che escono dalle tipografie per raggiungere le librerie intorno a giugno: imparare esplorando l’ambiente che ci circonda, all’epoca per fornire strumenti suppletivi a quei bambini impossibilitati ad accedere alle stesse informazioni per altre strade, oggi per evitare di fare i compiti assegnati dalle maestre. Ciondolino peraltro è strumento nello strumento giacché la teoria dell’opera educativa si traduce in narrazione educante essa stessa per la struttura su cui si fonda. La formica adulta (genitore/maestro) diventa docente mentre la piccola formica Ciondolino discente.

[…] queste formicole sono balie, istitutrici, minatori, ingegneri, soldati, muratori, scultori, architetti e perfino pastori! Piaccia a Dio che sbagli, ma qua dentro va a finire che ci trovo anche un professore di latino!
(Ciondolino, Vamba)

È dello scorso anno la celebre lettera del papà che si rivolgeva alle maestre per giustificare il fatto che il proprio bambino non avesse fatto i compiti perché aveva trascorso invece l’estate alla “scuola della vita”. E il dibattito che sempre nasce non appena gli androni delle scuole si svuotano pone i suoi cardini proprio su questo tema: l’opposizione costrizione/libertà; alcuni genitori sono a favore dei compiti perché sposano la teoria secondo la quale essi siano necessari a tenere fresco nella memoria tutto quanto appreso durante l’anno, altri sono contrari perché trovano che i compiti per le vacanze siano invalidanti della pienezza dell’estate, della libertà di andare per musei, prendere l’aereo, viaggiare, giocare con la sabbia, osservare la natura dei boschi.

Il mio punto di vista è duplice ma non ambivalente. I compiti per l’estate si svolgono se la professoressa o il maestro li assegna. Per il semplice fatto che io genitrice non sono maestra, quindi mi attengo alla volontà e alle direttive di chi si suppone sappia ciò che fa. Questo mio punto di vista prescinde da tutti i corollari (ma se la maestra è svogliata e si limita ad assegnare uno dei tanti, orrendi e sciatti, libri dei compiti per le vacanze? Ma se il maestro ne assegna un carico sovrumano?) tranne uno: la libertà del bambino di far fronte al proprio senso di responsabilità, sia che li svolga tutti perbene, pochi, svogliatamente, o nessuno. (Da non trascurare la forte valenza socio economica della questione: non tutti i bambini vivono in famiglie che possono permettersi le vacanze, così come non tutti i bambini hanno genitori con gli strumenti giusti per poter condividere con loro cultura e sperimentazione).

Ciononostante, senza alcun dubbio, tra le pagine dei libri preferisco sorridere leggendo di bambini che pur di non studiare farebbero qualsiasi cosa.

Immagino un dialogo ideale tra Matilde e Pippi, l’una afferma che nulla di meglio c’è se non stare comoda nella propria stanzetta con una bevanda da sorseggiare leggendo uno, due, tre libri, l’altra ribatte con una pernacchia e si allontana in groppa a Zietto per esplorare in allegria il bosco dietro casa.

10 giugno: tutti i bambini partono con piglio deciso, lo stesso che caratterizzava i buoni propositi di Gian Burrasca. Una mezz’ora al giorno, tutti i giorni, che diventa un’ora al giorno, un giorno sì e uno no, poi due al mercoledì, tre il 7 settembre, tutto il giorno quello prima della riapertura.

Proprio così. Si sono riaperte le scuole, e io ho messo giudizio e voglio proprio studiare sul serio e farmi onore, come dice la mamma (Il giornalino di Gian Burrasca, Vamba)

La differenza sostanziale tra questi testi e quelli dei nostri giorni è la presenza autorevole e autoritaria di maestri e genitori che si impongono e non mettono in discussione l’una o l’altra figura adulta. Il bambino ha meno capacità decisionale, e se vuol scampare ai compiti per le vacanze deve ingegnarsi, correre il rischio di incappare in una punizione, gestire il “senso di colpa” del non adempiere al proprio dovere. Ai bimbi che popolano i testi contemporanei si delega invece la decisione e la scelta, pretendendo una razionalità e un senso della realtà che non sanno, per chiari motivi anagrafici, gestire.

Questo sul piano delle opere di narrativa; in merito invece ai libri che si pongono come alternativa ai compiti con attività pratiche e divertenti da fare, la mia impressione, validata da alcune attività in essi ricorrenti, è che si cerchi di affidare a questi libri e all’estate il recupero di rapporti interpersonali altrimenti non costruiti, non coltivati, nel resto dell’anno: perché un bambino dovrebbe attendere l’estate per apparecchiare la tavola assieme al nonno? O per cucinare un piatto assieme alla nonna? Perché soprattutto azioni che potrebbero, e dovrebbero, essere quotidiane si tingono della preoccupante valenza di “compiti”?

Passare del tempo con i nonni non dovrebbe essere un compito da mettere in lista, e poi una volta effettuato, crocetta e si va oltre. Secondo me rientra tutto nella orrenda attitudine quotidiana a programmare il tempo dei bambini, sottraendo loro il proprio. Durante tutto l’anno “fanno cose”, d’estate devono continuare, per mostrare quanto creativi, all’avanguardia, capaci siano.

Storie inedite del piccolo Nicolas, Goscinny & Sempè, Donzelli

Storie inedite del piccolo Nicolas, Goscinny & Sempè, Donzelli

Un conto è trovare la meraviglia nel lucore brillante delle ali di una libellula, ed esserne talmente abbagliati da volerle ritrarre, dal volerne scrivere raccontando l’esperienza fatta, dal voler cercare nei libroni di mamma tutte le informazioni mai scritte su quella libellula e su tutte le altre specie delle libellule del mondo, un altro è: adesso cerchiamo qualcosa di cui meravigliarsi in modo da poterla aggiungere alla lista.

Senza contare l’inutile opera (e che annulla lo sforzo di responsabilità di cui poco sopra) di invasione di campo da parte dei genitori che, presi dalla smania di perfezione e messi alle strette dalla svogliataggine dei bambini, si mettono solerti all’opera e svolgono esercizi per la terza elementare come se da ciò dipendesse il futuro scolastico dei propri figli.

Venivo a chiederti se ti va di fare una partita a dama – ha detto il signor Bledùrt. Non posso – ha risposto papà -, devo fare i compiti del bambino.
(
Storie inedite del piccolo Nicolas, Goscinny & Sempè, Donzelli)

Tom Sawyer

E infine le liste. Famigerate, attese, alternative. Lunghissime, troppo brevi, troppi classici, pochi classici, Il piccolo Principe, Le Metamorfosi, Geronimo Stilton e Wittgenstein, Il diario di una schiappa (però in latino o al limite in napoletano)…

Su questo la tendenza è in cambiamento e gli insegnanti sempre più spesso si limitano a consigliare per poi lasciar liberi i bambini di decidere le proprie letture (magari inserendo un numero minimo di libri da leggere, “almeno due”), il che presuppone però un lavoro che è di tutto l’anno, in cui si siano messi sui banchi libri di qualità che abbiano parlato e raccontato davvero per i bambini, e che al ritorno dalle vacanze se ne parli, ci si confronti, quei libri letti e amati entrino a far parte della biblioteca scolastica, affinché il ritorno a scuola sia piacevole, non come certi lunedì in Missouri…

Il lunedì mattina trovò Tom infelice. Sempre egli era infelice la mattina di lunedì, perché quel giorno cominciava una nuova settimana di lente sofferenze a scuola; e di solito si augurava che non vi fosse alcuna festività intermedia in quanto la vacanza faceva sì che tornare a essere prigioniero e in ceppi fosse ancora più odioso.
(Le avventure di Tom Sawyer, Mark Twain)

Non ho fatto i compiti perché... Davide Calì,Benjamin Chaud

Non ho fatto i compiti perché…, Davide Calì, Benjamin Chaud

E se a settembre i bimbi si accorgeranno di non aver fatto i compiti, così come a volte avviene il 13 settembre…: “Ma i compiti? Arghhh!”

Ebbene, se questo accadesse, ci sono precedenti validissimi (anche sotto forma di lista) cui attingere per trovare una buona scusa. Ad esempio: “Non ho fatto i compiti perché questa estate l’ho trascorsa su Marte essendo io stato rapito da un ufo”, oppure, per rimanere in tema, i miei pensieri sono controllati da esseri alieni che mi fanno scrivere in una strana lingua (Hank Zipzer) Credibile, certo, soprattutto nell’avvedersi che per rifornirsi di ottime vie di fuga i bambini avranno letto due splendidi libri. E, assieme a tutto il resto, avranno quindi trascorso una splendida estate.

Bibliografia
Non ho fatto i compiti perché…, di Davide Calì, Benjamin Chaud; Rizzoli 2013
Le avventure di Tom Sawyer, di Mark Twain; Einaudi 2005
Ciondolino, di Vamba; Giunti junior 2005
Il giornalino di Gian Burrasca, di Vamba; Giunti junior 2007
Hank Zipzer e le cascate del Niagara, di Henry Winkler,Lin Oliver; Uovonero 2015
Storie inedite del piccolo Nicolas, di Goscinny & Sempè; Donzelli 2010
Invece di fare i compiti, di Massimo Birattari; Rizzoli 2017

sull'autore

Barbara Ferraro

Barbara Ferraro è libraia de Il Giardino Incartato, libreria indipendente di Roma. Nel 2010 ha fondato AtlantideKids, blog di recensioni di libri per bambini e ragazzi, da allora lo cura non appena trova uno scampolo di tempo e collabora con diverse riviste per l’infanzia. Di formazione filologa, è autrice esperta di fiabe, racconti, leggende popolari. Dopo la laurea in Lingue e letterature straniere ha lavorato presso la Fondazione Roberto Rossellini indagando il rapporto tra parola e immagine e quindi ha maturato diverse esperienze come redattrice ed editor in casa editrice. Calabrese, vive a Roma con la sua famiglia. Ha pubblicato per Read Red Road “Gli Zoccoli delle castagne” (2020), per Edizioni Corsare “Grilli e rane” (2019); per Bacchilega Junior “Blu di Barba” (2017) e “A Colori” (2018). È vicepresidente di ALIR, Associazione delle librerie indipendenti per ragazzi.

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