Lost in Translation

Ocean meets Sky

Written by Marina Petruzio

Una sottile linea là, in fondo, dove cielo e mare si incontrano e per un attimo sembrano unirsi, confondersi. Tutti i naviganti ne hanno coscienza e nel silenzio dei loro viaggi, quando anche il mare non ha più nulla da dire, scrutano l’orizzonte alla ricerca di quel luogo, mistico e inesplorato, dove l’Oceano incontra il Cielo. A ben guardare però, blu e azzurri sembrano non confondersi mai completamente laggiù, resta sempre come una sottile linea, di un’impercettibile sfumatura, quasi come se qualcosa, o qualcuno, li volesse sempre separati.

Finn vive vicino al mare e il mare vive con lui e oggi è una bellissima giornata per navigare, per salpare e compiere un lungo viaggio. È estate: il tempo del mare, dell’andare per luoghi sconosciuti verso l’avventura.

Salpare. Una barca di fortuna, pezzi raggranellati sulla spiaggia che chi cerca, trova! Assi di legno assortite, telai per ipotetiche finestre, due legni lunghi ben trattenuti da un saldo giro di corda, l’albero maestro; un pezzo di staccionata la carena, una lanterna e per bandiera una vecchia canotta a righe, che le righe si sa, fior di pirati le hanno indossate. Un lavoro di ricerca che è già un viaggio che percorre l’infinita battigia, porta oltre le dune di sabbia. Cercare e trovare. I regali del mare. Nessuno, ora che è assemblata e finita, potrebbe dire l’imbarcazione di Finn, non essere come quel vascello a tre alberi che una bottiglia ha inghiottito in una notte di tempesta e che il nonno ha conservato per tutto questo tempo in alto, nella sua libreria, nel suo studio, dentro casa. Lui che oggi avrebbe 90 anni. Un corroborante pisolino sottocoperta e poi, il viaggio ha inizio. Lettori e ascoltatori salpano per un viaggio che ha del surreale. A un raffinato sguardo, un confine sembrerà già essere abbattuto, mentre le nuvole si allungano riempiendo il cielo di un impalpabile pulviscolo che si compone e scompone in figure, piccoli segni di un possibile percorso, compagni di un destino che si sta compiendo ingannando l’occhio, rimescolando i colori là, in fondo, vicino all’orizzonte.


Una gigantesca carpa dorata con baffi e pizzetto bianco, quando il giorno cede il passo alla sera e poi all’oscurità della notte, nel profondo silenzio del mare aperto, cambia ritmo alla narrazione e allo stato dell’anima del bambino viaggiatore.

Si entra nel vivo del racconto Finn è come Max*, ha viaggiato un tempo che in quella fissità pare non poter essere determinato e come Capitano Nemo è tempo che incontri gli abitanti del mare e i fratelli Fan, raffinati sognatori, non risparmieranno caleidoscopiche sorprese. I disegni a grafite minuziosamente dettagliati, i colori digitali che non escludono gamme cromatiche, le fantasmagorie e i cambi prospettici mozzafiato come da un dolly cinematografico. Mentre ci immaginiamo David Wiesner maestro e spettatore soddisfatto.

 

“Sai dove l’Oceano incontra il Cielo?” Finn chiese al pesce.
“È alto e basso, e profondo come il mare”
“È su e giù e molto lontano”

Con la carpa dorata in testa alla solitaria spedizione Finn visiterà isole mirabolanti, popolose di variopinti uccelli-librai, conchiglie giganti impervie come montagne da scalare. Bisogna fermarsi, osservare tra le pagine. E poi là, dove le meduse ballano, su tra cielo e mare dove non sai sei ti stai librando in volo o se è l’acqua, il mare che si tuffa in una cascata, deviando per non spezzare quella sottile linea grigia. Ma non importa, ciò che i tuoi occhi vedono ora come bolle di sapone alimentate da un gigantesco e invisibile diffusore è quanto di più magico, mistico, magnetico e surreale ti sarà mai dato modo di vedere.
Tra cielo e mare un castello si annida in una nuvola, dirigibili, vascelli, il Titanic, golette dalle vele piumate, pesci volanti, lo Zeppelin e sottomarini di foggia e lunghezza diverse, dragoni sospesi trasportati da leggere mongolfiere e poi meduse, meduse che ballano. E sullo sfondo una gigantesca e luminosa luna. Una balena blu in primo piano sembra dividerla in due. Se chiudi il campo, aguzzi la vista, lì proprio vicino minuscola come solo il reale sa essere in ansia a una tale sinfonia immaginativa, Finn e la sua piccola barca di cose che il mare gli porta come doni preziosi.

Certo, sono possibili molte letture di questo viaggio, non ultima quella spirituale ma sempre di viaggio si tratta, sempre di meraviglia e maestosità: quella dei luoghi che costruiamo nel nostro cuore.
Quel “Finn?” sussurrato dalla mamma ci riporterà al qui e ora e come per Max la cena è pronta e ancora calda.

PS: e se è vero, e noi sappiamo che lo è, che non c’è il due senza il tre ci aspettiamo ora che Gallucci editore desideri imbarcarsi, dopo Il giardiniere notturno e La nave cervo, un’altra volta e salpare alla ricerca di quel punto magico dove L’Oceano incontra il Cielo là dove mondi fantastici di racconti e sogni si incontrano davvero.

* Maurice Sendak, Nel paese dei mostri selvaggi, Adelphi 2018

Ocean meets Sky
Scritto e illustrato da Terry Fan e Eric Fan
The Fan Brothers
edito da Simon & Schuster Book for Young Readers, New York
Lingua originale: inglese
Età di lettura dai 5 anni
Euro 12,94

sull'autore

Marina Petruzio

Studiosa di letteratura per l’infanzia e vestiti carini, scrive di "Moda, tutta un’altra storia", "Arte & Infanzia" e "Letteratura & illustrazione" sul sito marinapetruzio.it. Co fondatrice di Effimere: atelier in movimento che promuove l’illustrazione e la sua messa in mostra in luoghi desueti della città.

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