Cécile Barrois è una maestrina giovane giovane. Ha 22 anni e per tutta la sua vita (una vita regolare e lineare) ha desiderato insegnare. Ma oggi è il suo primo giorno di scuola e le tremano intensamente le gambe. Non è mai uscita dalla protezione materna, non ha esperienza del mondo, non conosce nulla al di fuori del suo rispettabile quartiere.[pullquote align=right]
nessuno, ma proprio nessuno, si può permettere di mandare via un bambino dalla scuola
[/pullquote]Ama i bambini e ama insegnare: basteranno queste due cose per farle superare le difficoltà dei primi giorni, a contatto con una realtà difficile e traumatica? Marie-Aude Murail, autrice di questo delizioso (e tostissimo) romanzo, ci ha abituato a personaggi in formazione, che siano adolescenti, bambini o giovani adulti, come in questo caso. Cécile trascorrerà un anno tormentato e difficile, a contatto con la povertà e con le differenze sociali, sballottata da sentimenti nuovi e faticosamente complessi da interpretare: ma ha risorse grandi e saprà tirare fuori coraggio e vitalità.
La scuola, in Francia come in Italia, livella e annulla le dicotomie sociali: il diritto all’istruzione è sacro e i bambini di tutte le estrazioni sociali e provenienti da tutti i Paesi del globo devono poter imparare a leggere e a scrivere. E nessuno, ma proprio nessuno, si può permettere di mandare via un bambino dalla scuola.