Carta, forbice, sasso. Carta, forbice, colla. Carta, forbice… Carta!
Carta velina, carta cotone, carta uso mano, carta increspata, carta che canta, carta stracciata. Carta carbone, carta adesiva, carta gommata e vellutata. Carta lucida o patinata, carta opaca, semilucida. Carta da lucido, carta da spolvero, carta da zucchero.
Se pesa di più si fa cartoncino, cartone e anche ondulato. A chi piace scriverla, a chi piace leggerla, colorarla per poi magari incollarla e ritagliarla. Chi la piega e la ripiega, taglia, sagoma e dispiega.
A noi di Libricalzelunghe, in questo numero estivo da carta forno, piace l’idea di voltarla questa carta, per andare a curiosare cosa c’è tra le pieghe, le quinte, dietro le linguette, oltre le finestrelle. Dove portano le vie fatte di trattini minuti che contengono una promessa. Carta vellutata. Tra quei tomi che aperti esplodono in architetture bizzarre, in un tripudio di forme e colori. Carta pop. Curiosando in microscopiche quanto misteriose carte ripiegate alla moda di piccole buste, contenitori di messaggi, mappe o piccoli tesori nascosti a mani indiscrete e fruganti. Carta frusciante. Osservando attraverso intagli e fori un mondo minuto che preferisce mani piccole e dita curiose. Carta bucata. In pagine come pizzi e merletti, arabeschi di intagli sovrapposti, riccioli e collage dalle texture e patterns eleganti. Carta couture. Cartoni sovrapposti, incollati e scavati, morbido pane per sgorbie d’artista. Fustellato, ritagliato, legato a incastro come un grande puzzle. Come nell’antica Grecia dove a carta si legavano parole come incidere e scolpire. Carta scultura.
Un numero un po’ come un gioco di carta, che gioca con la carta. Volta la carta.