“…il libro resta, prima e dopo Gutenberg, un oggetto simile, composto a partire da fogli piegati, riuniti in fascicoli e raccolti sotto una stessa legatura o copertina” (Storia della letteratura, a cura di G. Cavallo e R. Chartier, Laterza, 2017).
Un libro è un oggetto analogico, arcaico. Sebbene le storie possano essere lette su e-reader e tablet, e sebbene la letteratura per l’infanzia abbia un legame spesso proficuo con App e mondo digitale, il libro rimane un corpo organico, di cellulosa, vivo nelle sue narrazioni e contenuti, ma fisicamente un oggetto inerte.
Ma se il libro, invece di essere “solo” carta, inchiostro e rilegature, aggiungesse immagini che si muovono e prendono vita, pur restando analogiche, perderebbe la sua autenticità? E se da oggetto “nobile”, diventasse “mobile”?
Il più famoso tra i libri “in movimento” è sicuramente Gallop! e gli altri Scanimation® book di Rufus Butler Seder.
Artista, filmaker e inventore, Seder ha progettato e brevettato nel 2006 una tecnica particolare che permette al lettore, mentre sfoglia le pagine del libro, di azionare un’animazione.
Questa illusione ottica si realizza grazie a due strati di immagini stampate su acetato: un livello di base, fisso, e un livello superiore, entrambi trasparenti e con linee nere di scansione. Quando si fa scorrere il foglio superiore su quello di background, le immagini che prima apparivano prive di contorni, cominciano a prendere forma e ad animarsi.
Mentre sfoglio il libro, i due fogli trasparenti, scorrendo, creano l’illusione di un movimento: i personaggi cominciano a correre, ballare, ad animarsi. Il nostro occhio percepisce questa sequenza come un movimento unico e continuo: non si distinguono i singoli “fotogrammi” intervallati e sfocati, ma si percepisce un continuum, una sequenza. Il fenomeno, studiato tra gli altri già dagli anni dieci del Novecento dagli psicologi della Gestalt, prende il nome di persistenza della visione.
Seder rappresenta solo una delle ultime evoluzioni di una tecnica ben più antica, applicata in passato a giochi e manufatti artistici legate alle prime animazioni. Ma ciò che rende unico il lavoro di Seder è stata la possibilità di inserire la sua invenzione (con tanto di brevetto) all’interno di un oggetto replicabile, producibile in serie, permettendo così al suo primo libro Gallop!, di essere venduto e tradotto in buona parte del mondo. Assieme a Gallop! Sono stati pubblicati altri libri di grande successo, aiutati forse anche dai temi accattivanti, come quello su Santa Claus, Il mago di Oz e Star Wars.
Inventore e artista, Mr Seder è anche il creatore dei Lifetiles, murales in piastrelle che sembrano animarsi quando lo spettatore cammina; da sempre amante degli antichi giochi ottici, ha dedicato parte della sua vita allo studio delle tecniche antiche di animazione legate a fenomeni di illusioni ottiche.
Su questo principio erano basati i primi esperimenti di giochi animati, ad esempio il taumatropio, gioco costituito da una carta disegnata sui due lati, fissata su un legnetto che viene fatto girare velocemente tra le dita o tra le mani. Tipiche immagini sono quelle di una gabbia vuota da un lato e un uccellino dall’altra (in un periodo in cui tenere uccellini in gabbia era uso comune): fatto girare dal perno centrale, i nostri occhi leggono le due immagine come una unica e vedono l’uccellino all’interno della gabbia.
Sempre nel mondo dei giocattoli e dell’animazione, le magic moviment pictures e l’ombro-cinema rappresentano due bisnonni di quella che sarà poi la tecnica di animazione usata oggi nei libri citati. Le cartoline del magico movimento sono immagini disegnate o fotografiche in cui lo scorrimento dei due fogli l’uno su l’altro crea l’illusione di un movimento; l’ombro-cinema, brevettata nel 1921, invece ha la forma di un piccolo teatrino, spesso correlato da musica, sul cui “palco” scorre una striscia di carta dallo svolgere e avvolgere di due rulli. Le illustrazioni passano davanti a uno schermo a righe verticali che crea l’effetto ottico di figure in movimento.
Safari (2012), Ocean (2014) e Polar (2016) sono libri illustrati di divulgazione scientifica per ragazzi, pubblicati in Italia per Rizzoli dal 2014 (esiste un quarto titolo, Jungle, con i testi di Kathy Wollard, che non è ancora stato tradotto in Italia), con la tecnica del Photicular; il papà di questa sensazionale e divertente invenzione è Dan Kainen.
“Mio padre era un inventore, mio fratello un artista e io, quando ero ragazzo, amavo esibirmi come mago. Così mi piace pensare che queste immagini in Photicular siano il risultato anche di influenze familiari, un insieme di innovazione, arte e magia.”
I libri si presentano ognuno come una piccola enciclopedia zoologica: per ogni ambiente vengono presentati otto animali, le loro caratteristiche e le loro abitudini. Ma i volumi sono ben distanti dall’essere un classico libro di divulgazione: l’immagine, una fotografia in primo piano o completa del soggetto, prende vita appena lo apriamo. Mentre sfogliamo le pagine, al nostro movimento, improvvisamente il gorilla, prima foto immobile, inizia il suo pasto mentre mangia beato, la tartaruga marina nuota nell’oceano, l’orso polare gioca col suo cucciolo tra i ghiacci.
Come ci racconta Kainen,
le immagini trattate con tecnologia Photicular non sono una nuova invenzione ma un’evoluzione della fotografia lenticolare, anche detta fotografia integrata. Usando lenti trasparenti di precisione e un database di immagini a colori, il movimento è ottenuto mediante lo scorrere delle lenti sulle immagini allineate e sovrapposte. È una tecnologia dinamica che offre opportunità uniche per far diventare delle immagini fisse delle sequenze in movimento: le immagini sembrano animarsi, come per magia, creando incredibili effetti ottici come in un film 3D, e offrendo al lettore un’esperienza visiva totale ed emozionante.
Dietro a tanto studio e inventiva c’è una grande passione di Kainen per la natura: “Il movimento degli animali mi ha affascinato fin da bambino: la straordinaria velocità del ghepardo che corre nella savana, l’andatura composta di un gorilla nonostante la mole imponente, o la corsa elegante di una zebra che combina potenza, agilità e resistenza, sono immagini che sprigionano un fascino unico (tra i miei libri preferiti da piccolo c’era il Libro della giungla)”.
Polar nel video, bellissima la sua aurora boreale:
I libri di Scanimation® e Photicular® escono dallo schema classico di albo divulgativo illustrato. Se si osservano superficialmente, o con poca attenzione, si rischia di dare un giudizio approssimativo, classificando queste produzioni come dei “libri gioco”, degli oggetti di intrattenimento, il cui fine sembrerebbe sdrammatizzare la complessità della lettura a favore di un’interattività più gioviale.
Da quando è apparso sugli scaffali Safari, di Dan Kainen, i genitori a cui lo propongo, hanno reazioni opposte. C’è chi lo rifiuta totalmente, perché vede davanti a sé un libro-gioco, non un “vero” libro; c’è addirittura chi ne rimane colpito negativamente. Ricordo bene una coppia di genitori che mi chiese gentilmente di nasconderlo agli occhi del figlio di circa 7 anni, perché sicuri che quel tipo di pubblicazione avesse il potere di confondere il bambino, portandolo a percepire un libro come una “cosa poco seria”.
Ovviamente questo è solo un caso estremo, e a nulla serve mostrare che il contenuto scientifico del volume è di alto valore e che un libro è una “cosa seria” anche se diverte.
Dall’altro lato della barricata ho trovato invece genitori e adulti che hanno apprezzato la tecnica e il gioco sotteso, ma anche in questo caso ho trovato davanti a me reazioni che rappresentano un limite estremo: il libro fu stato regalato a un bambino di un anno o poco più, scelto perché “ci sono gli animali che si muovono”.
In Italia, nel 2013 era già arrivato New York in pigiamarama, della poliedrica Frédérique Bertrand. Il piccolo protagonista in pigiama dà la buonanotte al papà, ma una volta spenta la luce approfitta del buio e si ritrova nel cuore pulsante di una New York di luci e colori: si immerge in una metropoli di stelline, macchine sfreccianti, fuochi d’artificio, in un gioco dalle sembianze futuriste.
Anche in questo caso il libro è dotato di una scheda in acetato a righe che permette l’effetto ottico di animazione e movimento della brulicante città.
La Kinetic art piace tanto che una famosa marca di giochi francesi, Djeco, ha ben pensato di usarla per una produzione chiamata Kinoptik: nella serie di quattro prodotti, i bambini possono costruire mostri, robot, scenari grazie a tesserine magnetiche sul supporto di una lavagnetta. Le immagini sono progettate per essere animate dal solito foglio di acetato che il giocatore fa scorrere sull’immagine e che gli permette di dare vita alle proprie creazioni.
Le tecniche di arte cinetica non sono solo un gioco per bambini: sono usate in suggestive pubblicità dal gusto retrò, in cortometraggi e videoclip musicali, e possono rendere magico un libro che è già un piccolo capolavoro.
Il regista-artigiano Virgilio Villoresi e l’illustratrice e regista Virgina Mori hanno fatto nascere dai loro talenti l’incredibile volume Vento, per Withstand book (2014).
Alcune giovani donne giocano col vento, e il vento gioca con loro: soffia la fiamma della candela nella notte buia, alimenta un fuoco del camino che brucia un gioco d’infanzia, dondola le onde del mare. In un’atmosfera inquieta che ricorda quella di Edward Gorey, l’animazione arricchisce l’illustrazione rendendola un’esperienza emozionale, plurisensoriale, sinestetica. I capelli delle giovani, motivo ricorrente in tutte le opere della Mori, danzano scarmigliati dall’onda del foglio di acetato.
Virginio Villoresi è uno dei più apprezzati animatori italiani, anche all’estero; la sua attenzione ai particolari e alle tecniche usate nelle prime animazioni lo rende un artista colto e sensibile. “In tutti i miei video ci sono tracce del pre-cinema o di vecchi giochi vittoriani per bambini. Credo che il digitale in sé abbia dei grossi limiti per svariate ragioni. Poi ho l’impressione che sia una tecnica. (…) Circa un anno e mezzo fa ho acquistato un vecchio teatrino/carillon francese dei primi del Novecento in un negozio dedicato alla guarigione delle bambole (un ospedale delle bambole per intenderci). Davanti al sipario le barre nere e subito dietro un disegno attaccato a un rullo che faceva suonare il carillon… Era un ombro-cinema applicato a un teatrino/carillon… meraviglioso! Da li ho iniziato a interessarmi alla tecnica e a come realizzarla”.
Villoresi, che insieme a Virginia Mori ha realizzato anche il bellissimo videoclip (https://www.youtube.com/watch?v=RQQ8tkkJRT0) del cantautore statunitense John Mayer, gioca con tecniche antiche, teatrini e ritagli, senza intervenire con processi post produttivi: questo rende i suoi video e le sue opere più genuine, accompagnate dalle mani del regista che diventano le mani del prestigiatore che svela il trucco.